giovedì, Novembre 14, 2024

Una settimana di scioperi alla LFoundry di Avezzano contro il taglio di 134 posti di lavoro

Scioperi LFoundry

Nel terzo polo produttivo italiano di semiconduttori, i sindacati protestano contro la volontà dell’azienda di licenziare 134 lavoratori interinali entro la fine dell’anno.

Proseguiranno fino a lunedì 11 novembre gli scioperi alla LFoundry di Avezzano (AQ), l’unica azienda che produce semiconduttori – insieme a STMicroelectronics – nel nostro paese. Gli scioperi sono stati proclamati dopo l’incontro del 29 ottobre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy tra la direzione dell’azienda (interamente controllata da una società cinese) e la delegazione sindacale composta dalle Segreterie nazionali e della provincia dell’Aquila e dalle RSU. Durante l’incontro, tra le altre cose, l’azienda ha annunciato di voler licenziare circa 100 dipendenti in somministrazione a tempo indeterminato.

Il provvedimento ha provocato l’immediata reazione dei sindacati che hanno programmato una serie di scioperi a partire dal 5 novembre e che dovrebbero concludersi lunedì 11 novembre.

“Il territorio marsicano, già colpito da una crisi economica che interessa vari settori, non sarà in grado di ricollocare tali professionalità nel breve termine. Non possiamo inoltre non considerare che la crisi dell’automotive, aumenterà la difficoltà di ricollocazione e il numero di famiglie che dovranno vivere con minori entrate. Questa situazione non solo colpisce i lavoratori direttamente interessati, ma si ripercuote sull’intero tessuto sociale ed economico della nostra comunità”, hanno sottolineato i sindacati.

Per tentare di trovare una soluzione alla vertenza, è stato fissato un tavolo regionale per il 21 novembre presso la sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive a Pescara.

LFoundry opera attualmente come fonderia conto terzi, ovvero produce chip che le vengono commissionati da altre aziende del settore, fabless e IDM; l’azienda, che impiega circa 1300 lavoratori, utilizza linee produttive da 200 mm con nodi di processo di 110-150 nanometri per una produzione di circa 40.000 wafer/mese.

Particolarmente importante è la certificazione IATF 16949 indispensabile per la produzione di chip per il mercato automobilistico.

Principale cliente è l’americana onsemi per la quale LFoundry produce sensori d’immagine, un settore in cui l’azienda è all’avanguardia grazie all’esperienza maturata negli ultimi 10 anni.

Il contratto con onsemi scadeva a fine 2024 ma fortunatamente è stato parzialmente prorogato per il 2025; tuttavia i nuovi prodotti che dovrebbero integrare la produzione dei sensori d’immagine tardano ad arrivare.

Dopo la definitiva acquisizione cinese, a settembre 2019, l’Amministratore Delegato di LFoundry, Marcello D’Antiochia, comunicava l’intenzione della proprietà di riorganizzare l’azienda suddividendola in 4 blocchi funzionali: BU sensor, BU power, FAB, R&D, facenti capo a società diverse.

Una strategia che ha preoccupato sin da subito maestranze e sindacati, che a cinque anni di distanza vedono confermati i propri timori, evidenziati da una continua emorragia di figure professionali altamente specializzate e dall’assenza di nuove significative commesse.

Per quanto riguarda le nuove iniziative produttive e le strategie future, durante l’incontro con i sindacati del 29 ottobre, l’Azienda ha dichiarato che il sito di Avezzano ha un portafoglio prodotti di almeno 333 nuovi oggetti, di cui 74 già predisposti per la produzione e 84 nella fase di preserie; che onsemi ha prorogato per il 2025 una parte delle attività svolte in precedenza e che è disposta a discutere di altre commesse; che dopo il picco di 2,8 milioni di “moves” settimanali registrato nel 2023, già dal 2024 si registra a causa di vari fattori, tra cui ritardi nello sviluppo prodotti, una riduzione dei “moves” a 2,5 milioni per il 2024, con un ulteriore riduzione a 2,5 milioni nel 2025, numeri visti in ripresa nel 2026/2027 con l’entrata in produzione dei prodotti per il mercato cinese.

Lo stesso Amministratore delegato ha inoltre affermato che, per rendere competitivo il sito di Avezzano e attrarre investimenti da parte della società controllante, sarebbero necessari i seguenti interventi:

  • Terminare il rapporto di lavoro con circa 100 dipendenti in somministrazione a tempo indeterminato che risulterebbero quindi licenziati;
  • trasferire dalle attività indirette dei gruppi di supporto circa 80 dipendenti verso le attività in sala;
  • internalizzare il servizio di Security ed esternalizzare quello di Help desk;
  • considerare impossibile da applicare la promessa di restituire ai lavoratori una quota dei superminimi assorbiti in seguito agli aumenti contrattuali;
  • non applicare le maggiorazioni per lavoro notturno come definite dagli integrativi e voler applicare il trattamento del CCNL. Inoltre la Direzione chiede di individuare forme per utilizzare nei turni anche personale con le esenzioni.

Da parte sua la delegazione sindacale ha sottolineato la fragilità del piano aziendale presentato che vede il cliente storico di Avezzano ridurre margini e volumi, mentre si attende che il mercato cinese assorba i nuovi prodotti del sito di Avezzano. Per questo motivo, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali hanno proclamato gli scioperi che questa settimana hanno interessato LFoundry.



Al di là dei problemi specifici di ciascuna realtà produttiva, quanto sta avvenendo con LFoundry conferma l’andamento ciclico dell’industria dei semiconduttori che, per quanto riguarda le aziende che operano nel settore industriale / automotive / analogico, sta vivendo una fase di forte calo della domanda che interessa tutte le altre aziende del settore, dalla stessa onsemi a Infineon Technologies e STMicroelectronics, per citare quelle che interessano maggiormente il nostro paese.

Nel caso di ST, l’altro produttore italiano di semiconduttori con siti produttivi nell’area di Milano e Catania dove operano oltre 13 mila dipendenti, il calo delle vendite ha costretto l’azienda a rivedere al ribasso per due trimestri consecutivi le previsioni sul fatturato; addirittura nell’ultima Conference Call, il CEO e Presidente della società Jean-Marc Chéry ha parlato di un programma di riorganizzazione e ridimensionamento aziendale per affrontare la flessione delle vendite, una contingenza che probabilmente costringerà l’azienda a rallentare fortemente anche l’ambizioso piano di investimenti.

Di riduzione del personale ha esplicitamente parlato Jochen Hanebeck, CEO e Presidente di Infineon Technologies.

Nel caso di LFoundry le vendite sono cresciute negli ultimi anni fino a toccare nel 2022 un fatturato di 288,9 milioni di euro con un utile di 21,8; nel 2023 le vendite sono scese a 248 milioni (-14%) e l’utile si è ridotto a 16,4 milioni (- 24%).

L’andamento del 2024 non è noto, ma è probabile che il fatturato segua il trend negativo che sta caratterizzando questo comparto produttivo.

Paradossalmente il mercato globale dei semiconduttori nel suo complesso sta attraversando una fase di fortissima espansione che interessa, però, solamente i prodotti legati all’intelligenza artificiale, alle memorie ad elevate prestazioni e alle fonderie che producono questo genere di chip, come la taiwanese TSMC.