Approfittando della forte domanda e della carenza di chip, la prima foundry al mondo annuncia un ulteriore incremento dei prezzi sulla scia dell’aumento del 10% dallo scorso autunno.
In settimana TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.), la più grande e avanzata fonderia a contratto al mondo, ha comunicato ai propri clienti che prevede di aumentare i prezzi dei prodotti fino al 20%, in quello che potrebbe essere il maggiore aumento di sempre.
TSMC e altre fonderie taiwanesi avevano già aumentato i prezzi dei chip di circa il 10% tra lo scorso autunno e questa primavera. Ma con la forte domanda che continua a superare l’offerta, TSMC ha deciso di aumentare nuovamente i prezzi.
Gli aumenti di prezzo e le tempistiche variano a seconda del cliente: in alcuni casi gli aumenti hanno avuto effetto immediato.
Secondo Counterpoint Technology Market Research – società di ricerca globale specializzata in prodotti nel settore TMT (tecnologia, media e telecomunicazioni) – il cambiamento della strategia di prezzi di TSMC implica non solo una domanda di mercato più forte in futuro, ma anche che la carenza di semiconduttori persisterà nei prossimi trimestri. Oltre al meccanismo di mercato, la nuova strategia dei prezzi protegge anche le fonderie da incertezze sia a breve che a lungo termine, come l’effetto di doppia prenotazione (cancellazione massiccia degli ordini), le interruzioni della catena di approvvigionamento (aumento dei costi di spedizione) e le complessità geopolitiche, che possono incidere sui loro profitti.
Il grafico di Counterpoint evidenzia l’aumento dei prezzi applicati dalle fonderie dal 2020, particolarmente elevato nei nodi maturi, ovvero per la tecnologia da 22/28 nm e oltre. Gli aumenti dei prezzi sono stati del 25-40% rispetto al primo trimestre 2020 e probabilmente vedranno un altro aumento del 10-20% nel 2022. Gli aumenti di prezzo dei nodi di processo più avanzati, al di sotto dei 10 nm sono più contenuti, con un incremento medio del 5% per i nodi 7/6nm, secondo le ultime quotazioni di TSMC.
Come possiamo vedere, i nodi maturi sono quelli che hanno registrato i maggiori aumenti dei prezzi dei wafer, a tutto vantaggio delle fonderie di secondo livello come UMC e SMIC che hanno messo a segno consistenti utili semestrali nel primo semestre 2021.
Secondo Counterpoint la carenza globale di semiconduttori inizierà ad attenuarsi dalla fine del 2021, specialmente per quanto riguarda DRAM / NAND, mentre per quanto riguarda i semiconduttori che utilizzano nodi maturi l’equilibrio tra domanda ed offerta non verrà raggiunto prima del 2023.
Per i clienti delle fonderie l’impatto della carenza di prodotti pesa molto di più rispetto all’aumento del costo dei chip, aumento che in ogni caso può essere trasferito ai loro clienti finali.
Tornando all’annuncio di TSMC, le preoccupazioni per una minore redditività sono un’altra ragione dell’aumento dei prezzi; i 100 miliardi di dollari di investimenti che la società ha stanziato per i prossimi tre anni potrebbero infatti provocare un calo dei profitti. Anche l’espansione all’estero con la nuova fabbrica in costruzione in Arizona potrebbe pesare sui conti, con costi di produzione sicuramente più alti rispetto a quelli delle fabbriche di Taiwan.
Con questo aumento dei prezzi la società mette dunque in sicurezza i propri margini di profitto per i prossimi anni.
Le vendite di agosto di TSMC
TSMC ha anche diffuso il comunicato ufficiale relativo alle vendite di agosto 2021.
Su base consolidata, il fatturato di agosto 2021 è stato di circa NT$ 137,43 miliardi (4,97 miliardi di dollari USA), un aumento del 10,3 percento da luglio 2021 e un aumento dell’11,8 percento da agosto 2020. I ricavi da gennaio ad agosto 2021 sono stati pari a 996,54 miliardi di NT$ (36 miliardi di dollari USA circa), con un aumento del 17,2 percento rispetto allo stesso periodo del 2020.