L’azienda terrà eventi di reclutamento in 10 università a marzo e aprile.
Oltre alla penuria di chip, nel settore dei semiconduttori c’è anche una grave carenza di personale specializzato. Dopo l’interruzione, causa Covid-19, della catena di fornitura che ha portato l’anno scorso ad una carenza di chip (dovuta anche all’improvvisa ripresa del mercato automobilistico che ha spiazzato sia i produttori di auto che quelli di semiconduttori), grandi paesi come gli Stati Uniti e la Comunità Europea hanno ritenuto di dover sostenere in maniera sempre più concreta la costruzione di stabilimenti all’avanguardia per la fabbricazione di semiconduttori entro i rispettivi confini.
Le discussioni su queste iniziative si sono quasi sempre focalizzate sugli investimenti finanziari necessari, dimenticando spesso che queste complesse lavorazioni richiedo l’impiego di ingegneri e tecnici altamente specializzati, figure che scarseggiano a livello globale.
Ne sa qualcosa TSMC, la più importante foundry al mondo, che sta affannosamente cercando 9.000 nuovi addetti per i suoi stabilimenti, come ci informa il sito online Taiwan News.
Se, infatti, una fabbrica con i relativi macchinari può essere approntata in 2-3 anni, ci vuole molto più tempo per formare gli ingegneri in grado di guidare i complessi processi produttivi.
Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) ha già iniziato in questi giorni la campagna di reclutamento, che proseguirà anche ad aprile, presso 10 università locali.
L’iniziativa, che ha coinvolto per prima la più importante università del paese, la National Taiwan University di Taipei, continuerà con presentazioni negli altri campus universitari del paese. L’azienda ha riferito che sta cercando personale per tutti i suoi insediamenti, ovvero per le località di Hsinchu, Taichung e Tainan.
I requisiti richiesti sono un grande entusiasmo per il settore dei semiconduttori e una solida conoscenza della lingua inglese. Oltre che esperti in elettronica e chimica, TSMC sta cercando personale nel campo della finanza, risorse umane, psicologia e rapporti di lavoro.
L’azienda non ha specificato se parte di questo nuovo personale sarà destinato all’insediamento produttivo che TSMC sta realizzando in Texas con un investimento di circa 12 miliardi di dollari.
Anche nel caso dello stabilimento americano, infatti, il principale problema per TSMC, come ammesso dalla stessa società, sarà il reclutamento di personale specializzato, peraltro già iniziato anche lì.
TSMC, e più in generale tutte le aziende tecnologiche taiwanesi, sono da tempo soggette alla pressione della Cina che sta cercando di portare sulla terraferma ingegneri e tecnici specializzati nel campo dei semiconduttori offrendo loro stipendi anche tre volte superiori a quelli (già alti) di Taiwan. Tutto ciò nel tentativo di fare decollare un’industria locale dei semiconduttori in grado di soddisfare le esigenze del mercato interno e di competere sui mercati globali.
Un progetto che per la Cina è prioritario e che è stato riconfermato pochi giorni fa durante l’annuale Congresso Nazionale del Popolo (NPC) in svolgimento a Pechino.
La dimostrazione di quanto sia importante disporre di personale all’altezza arriva proprio dalla Cina col definitivo fallimento del progetto di HSMC (Wuhan Hongxin Semiconductor Manufacturing Co.), l’impianto di Wuhan che doveva essere il fiore all’occhiello della nascente industria cinese dei semiconduttori. Un fallimento, secondo molti, dovuto anche all’impreparazione del personale tecnico locale.
E se le ambizioni cinesi nel settore, soprattutto in quello più avanzato, sono state fortemente penalizzati dalle sanzioni americane, è altrettanto vero che i cinesi non si sono fatti scrupolo di utilizzare qualsiasi mezzo per reclutare personale specializzato taiwanese, come dimostra il recentissimo caso giudiziario che ha coinvolto l’azienda cinese Bitmain Technologies, il principale sviluppatore mondiale di chip per il mining di criptovalute, che avrebbe assoldato illegalmente un centinaio di specialisti taiwanesi del settore.
L’ufficio del procuratore di New Taipei ha lanciato recentemente un’indagine su larga scala sul caso, iniziando ad interrogare una ventina di cittadini taiwanesi e cinesi coinvolti nella vicenda.