Consegnati nel terzo trimestre 2021 oltre 240 mila veicoli con un fatturato di 13,76 miliardi di dollari e un utile di 1,6 miliardi.
Al contrario di tutte le altre Case automobilistiche che segnalano cali di produzione tra il 10 e il 30% a causa della carenza di semiconduttori e di altre materie prime, i dati del terzo trimestre 2021 di Tesla evidenziano un incremento della produzione e delle vendite di autovetture di circa il 20% rispetto al trimestre precedente e di oltre il 70% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. Per la precisione Tesla ha prodotto nei tre mesi da luglio a settembre 237.823 vetture e ne ha consegnate 241.300.
A questo punto l’obiettivo di aumentare le consegna del 50% ogni anno è più che certo per l’anno in corso, dal momento che nei primi nove mesi del 2021 Tesla ha già prodotto 627 mila vetture (erano in totale 499 mila nel 2020).
Grazie alla maggior esperienza commerciale e tecnologica nel campo dei semiconduttori e alle ingenti spese in R&D, Tesla è riuscita a schivare i problemi che hanno afflitto gli altri produttori, anche se, come ha dichiarato il CFO di Tesla Zachary Kirkhorn, “Non siamo stati in grado di far marciare i nostri impianti a pieno regime, a causa della mancanza di semiconduttori e delle incertezze della logistica“.
Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, Tesla ha fatto segnare un volume di affari di 13,76 miliardi di euro con un utile netto di 1,62 miliardi e un utile per azione di 1,86 dollari. L’utile ha beneficiato di un incremento del margine lordo, aumentato al 30,5%.
Da segnalare che nel trimestre dell’anno scorso l’utile netto di 331 milioni era dovuto per intero alla vendita di crediti ambientali alle altre case automobilistiche, pari a 397 milioni di dollari, mentre questa voce di bilancio nel trimestre in esame è scesa a 279 milioni, pari a circa il 17% dell’utile netto. In crescita nel trimestre anche i prodotti legati al solare e all’accumulo di energia.
Poco si sa sulle consegne per aree geografiche, Tesla non fornisce dati di questo tipo, tuttavia una significativa informazione in questo senso arriva dalla China Passenger Car Association (CPCA) che evidenzia come dei 133.238 veicoli usciti dalla Gigafactory Tesla di Shanghai nel trimestre da luglio a settembre, 59.579 vetture sono state esportate mentre 73.659 sono state vendute sul mercato interno. In altre parole, il mercato cinese resta un importantissimo punto di riferimento per Tesla, sia per quanto riguarda la produzione che le vendite.
Questa la tabella riassuntiva delle principali voci di bilancio:
Per quanto riguarda la tipologia di vetture prodotte, la parte del leone la fanno la Model 3 e la Model Y con 228.882 vetture; in lenta ripresa i modelli S e X, dopo lo stop alla produzione di inizio anno.
Per sostenere l’ambizioso programma di vendite anche nei prossimi anni, Tesla ha in costruzione due giga-factory, a Berlino e ad Austin, in Texas, dove la società sta trasferendo la sua sede e dove si è trasferito anche Elon Musk.
L’entrata in funzione della fabbrica di Berlino è stata posticipata di alcuni mesi a causa di problemi burocratici (…siamo in Europa, non in Cina) ma secondo le ultime indiscrezioni lo stabilimento dovrebbe iniziare l’attività nei primi mesi del 2021.
Infine, sul fronte delle batterie, durante la presentazione della finanziaria, Tesla ha affermato che tutti i suoi veicoli della gamma standard passeranno alle batterie LFP (Litio ferro fosfato), più economiche e meno inquinanti, anche se prodotte prevalentemente in Cina (CATL e BYD sono i maggiori fabbricanti).
Tesla ha anche affermato che, in ogni caso, è intenzione dell’azienda “localizzare” quanto più possibile sia la produzione di auto che quella di batterie nelle aree più vicine ai mercati finali, come dimostra la giga-factory di Berlino, pensata per supportare il mercato europeo delle autovetture elettriche.