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Si chiude ufficialmente il tentativo di acquisizione di Arm da parte di NVIDIA

La mancata acquisizione ha avuto come conseguenza la sostituzione del CEO di Arm e la perdita dell’anticipo di 1,25 miliardi di dollari versato da NVIDIA, che SoftBank tratterà a titolo di risarcimento.

Un comunicato ufficiale diffuso congiuntamente da NVIDIA e SoftBank (proprietaria di Arm) sancisce ufficialmente la fine della proposta di acquisto della società britannica Arm, specializzata nella progettazione di IP software per semiconduttori, da parte di NVIDIA, il primo produttore al mondo di processori grafici.

Nel comunicato le due società prendono atto delle difficoltà che l’acquisizione ha incontrato sul piano normativo con gli enti regolatori dei più importanti paesi, nonostante gli sforzi e la buona volontà delle due società.

L’acquisizione era stata fortemente osteggiata anche dalle principali società di semiconduttori, da Apple a Qualcomm, che utilizzano la tecnologia Arm nei loro processori e che temevano la perdita dell’indipendenza della società britannica, da sempre considerata super partes, una sorta di Svizzera tecnologia.

La proposta di acquisizione, annunciata il 13 settembre 2020, prevedeva un corrispettivo di 40 miliardi di dollari; la proposta era stata accompagnata da un anticipo di 1,25 miliardi di dollari che SoftBank tratterà a titolo di risarcimento del mancato accordo e che contabilizzerà nel quarto trimestre 2021.

In ogni caso, Arm e NVIDIA continueranno a collaborare in futuro, come ha confermato Jensen Huang, fondatore e CEO di NVIDIA “Arm ha un futuro luminoso e noi continueremo a supportarli come licenziatari nei decenni a venire. Anche se non saremo un’unica azienda, continueremo a collaborare strettamente con Arm. I significativi investimenti effettuati dalla società hanno consentito di espandere la portata della CPU Arm oltre il client computing, al supercomputing, al cloud, all’IA e alla robotica. Mi aspetto che Arm sia l’architettura CPU più importante del prossimo decennio“.

Anche SoftBank ritiene che la tecnologia e la proprietà intellettuale di Arm continueranno a essere al centro del mobile computing e dello sviluppo dell’intelligenza artificiale nei prossimi anni.

Arm sta diventando un centro di innovazione non solo nel settore degli smartphone, ma anche nel cloud computing, nell’automotive, nell’Internet delle cose e nel metaverso, ed è entrato nella sua seconda fase di crescita“, ha affermato Masayoshi Son, Presidente e Amministratore delegato di SoftBank “Sfrutteremo questa opportunità per cogliere ulteriori iniziative e per rendere pubblica la società”.

È proprio questa la principale conseguenza del fallimento dell’accordo con NVIDIA, un po’ come è successo con GlobalFoundries che, subito dopo il mancato accordo di acquisizione da parte di Intel, ha intrapreso la strada della quotazione di borsa.

SoftBank ha dichiarato che intende avviare un’offerta pubblica per Arm entro il 31 marzo 2023, ovvero entro il termine del prossimo anno fiscale della società.

Le conseguenze del mancato accordo con NVIDIA si sono fatte sentire anche in casa Arm, con la nomina di Rene Haas nel ruolo di CEO al posto di Simon Segars, che si è dimesso dalla carica di amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione dopo 30 anni trascorsi in azienda.

Haas è presidente dell’Arm IP Products Group (IPG) dal 2017. Sotto la sua guida, IPG ha aumentato gli investimenti nel più grande ecosistema di sviluppatori software del settore, nonché in prodotti per i mercati delle infrastrutture e dell’automotive. Questi investimenti hanno portato a nuovi importanti ingressi nell’ecosistema Arm, tra cui Alibaba, Ampere, AWS, Bosch, Denso, Mobileye e Telechips, che hanno consentito all’azienda di ottenere ricavi da royalty e profitti record nell’anno finanziario in corso.

Prima di entrare in Arm nel 2013, Haas ha ricoperto diversi incarichi in alcune importanti aziende del settore, inclusi sette anni presso NVIDIA come vicepresidente e direttore generale dei prodotti informatici.