Dopo l’invasione della Ucraina e il ricatto energetico (e nucleare) nei confronti dei paesi occidentali, l’Unione Europea prepara un piano per affrancarsi dalle forniture energetiche russe nel più breve tempo possibile.
Mentre l’Europa era impegnata a definire quale era la dimensione ottimale per le banane o come andavano scritti gli auguri di Natale per non discriminare nessuno, qualcun altro si preparava alla guerra. Forte anche dei suoi arsenali nucleari con i quali ci tiene sotto minaccia, la Russia ha invaso l’Ucraina seminando morte e distruzione, con brutale ferocia, come non si vedeva dai tempi della seconda guerra mondiale.
Una guerra all’Occidente che è stata preparata da almeno 10-15 anni con una strategia studiata nei minimi dettagli e che, probabilmente, sotto il ricatto atomico, non si fermerà all’Ucraina ma prenderà di mira anche altri paesi dell’Est Europa.
Una guerra, soprattutto, che ha infranto il sogno di milioni di europei in un futuro senza più guerre.
La Commissione europea ha proposto, per quanto riguarda l’energia, una bozza di piano per affrancare l’Europa dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, cominciando con il gas.
Il piano delinea inoltre una serie di misure volte a rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa e a ricostituire le scorte di gas per il prossimo inverno. Da vari mesi l’Europa si trova ad affrontare un aumento dei prezzi dell’energia, ma ora l’incertezza sull’approvvigionamento sta aggravando il problema. REPowerEU mira a diversificare le fonti di approvvigionamento di gas, accelerare la diffusione di gas rinnovabili e sostituire il gas nel riscaldamento e nella produzione di energia, rendendo così possibile ridurre di due terzi la domanda dell’UE di gas russo entro la fine dell’anno.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, ha dichiarato: “Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi. Non possiamo assolutamente fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente. Dobbiamo agire ora per attenuare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare le fonti di approvvigionamento di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Quanto più velocemente passeremo alle energie rinnovabili e all’idrogeno, associati a una maggiore efficienza energetica, tanto più velocemente saremo di fatto indipendenti e in controllo del nostro sistema energetico. Discuterò le idee della Commissione con i leader europei a Versailles nel corso di questa settimana e mi impegnerò poi per attuarle rapidamente con la mia squadra.”
Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “È giunto il momento di affrontare le nostre vulnerabilità e di diventare rapidamente più indipendenti nelle nostre scelte energetiche, è giunto il momento di passare alle fonti rinnovabili alla velocità della luce: le fonti rinnovabili sono una fonte di energia a basso costo, pulita e potenzialmente infinita e, invece di finanziare l’industria dei combustibili fossili altrove, creano posti di lavoro qui. La guerra di Putin in Ucraina dimostra l’urgenza di accelerare la transizione verso l’energia pulita.”
Kadri Simson, Commissaria per l’Energia, ha dichiarato: “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha aggravato la situazione della sicurezza dell’approvvigionamento e portato i prezzi dell’energia a livelli senza precedenti. Per le restanti settimane di quest’inverno l’Europa dispone di quantità di gas sufficienti, ma dobbiamo ricostituire urgentemente le riserve per il prossimo anno. La Commissione proporrà pertanto che entro il 1º ottobre gli impianti di stoccaggio di gas nell’UE siano riempiti almeno al 90 %. Abbiamo inoltre delineato la regolamentazione dei prezzi, gli aiuti di Stato e le misure fiscali intesi a proteggere le famiglie e le imprese europee dall’impatto dei prezzi eccezionalmente elevati.”
Misure di emergenza sui prezzi dell’energia e sullo stoccaggio del gas
Il pacchetto di misure della Commissione sui prezzi dell’energia dell’ottobre scorso ha aiutato gli Stati membri ad attenuare l’impatto dei prezzi elevati sui consumatori vulnerabili e rimane un quadro di riferimento importante per le misure nazionali. Col pacchetto REPowerEU la Commissione presenta agli Stati membri ulteriori orientamenti, che confermano la possibilità di regolamentare i prezzi in circostanze eccezionali e definiscono le modalità con cui gli Stati membri possono ridistribuire ai consumatori le entrate derivanti dagli elevati profitti del settore energetico e dallo scambio di quote di emissione. Le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato offrono poi agli Stati membri la possibilità di fornire sostegno a breve termine alle imprese colpite dai prezzi elevati dell’energia e di contribuire a ridurne l’esposizione alla volatilità dei prezzi dell’energia a medio-lungo termine. A seguito di una consultazione su modifiche mirate degli orientamenti in materia di aiuti di Stato relativi al sistema di scambio di quote di emissione, la Commissione intende consultare gli Stati membri anche in merito alla necessità e all’ambito di applicazione di un nuovo quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato che consenta di fornire aiuti alle imprese colpite dalla crisi, in particolare quelle che devono far fronte a costi energetici elevati.
La Commissione intende presentare entro aprile una proposta legislativa che preveda che gli impianti di stoccaggio sotterraneo di gas in tutta l’UE siano riempiti per almeno il 90 % della capacità entro il 1º ottobre di ogni anno. La proposta comporterà il monitoraggio e l’applicazione dei livelli di riempimento e integrerà accordi di solidarietà tra gli Stati membri. La Commissione prosegue l’indagine sul mercato del gas in risposta alle preoccupazioni su potenziali distorsioni della concorrenza da parte degli operatori, in particolare Gazprom.
Per affrontare la questione dell’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, la Commissione esaminerà tutte le possibilità per l’adozione di misure di emergenza volte a limitare l’effetto di contagio dei prezzi del gas sui prezzi dell’energia elettrica, ad esempio stabilendo limiti di prezzo temporanei. Valuterà inoltre le possibili soluzioni per ottimizzare l’assetto del mercato dell’energia elettrica tenendo conto della relazione finale dell’Agenzia dell’UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) e di altri contributi relativi ai vantaggi e svantaggi dei meccanismi alternativi di tariffazione per mantenere l’energia elettrica a prezzi accessibili, senza perturbare l’approvvigionamento e gli ulteriori investimenti nella transizione verde.
REPowerEU – Affrancarci dalla dipendenza dal gas russo prima del 2030
Uscire gradualmente dalla dipendenza dai combustibili fossili provenienti dalla Russia è possibile ben prima del 2030. A tal fine la Commissione propone di elaborare il piano REPowerEU, che rafforzerà la resilienza del sistema energetico dell’UE nel suo complesso e sarà basato su due pilastri: diversificare gli approvvigionamenti di gas, grazie all’aumento delle importazioni (GNL e via gasdotto) da fornitori non russi e all’aumento dei volumi di produzione e di importazione di biometano e idrogeno rinnovabile; ridurre più rapidamente l’uso dei combustibili fossili nell’edilizia, anche abitativa, nell’industria e a livello di sistema energetico grazie a miglioramenti dell’efficienza energetica, all’aumento delle energie rinnovabili e all’elettrificazione e superando le strozzature infrastrutturali.
La piena attuazione delle proposte della Commissione contemplate dal pacchetto “Pronti per il 55%” (Fit for 55) ridurrebbe già il consumo annuo di gas fossile del 30%, l’equivalente di 100 miliardi di metri cubi (mld di m3), entro il 2030. Con le misure previste dal piano REPowerEU si potrebbe eliminare gradualmente l’utilizzo di almeno 155 mld di m3 di gas fossile, equivalenti al volume importato dalla Russia nel 2021. Quasi due terzi di tale riduzione possono essere conseguiti entro un anno, ponendo fine all’eccessiva dipendenza dell’UE da un unico fornitore. La Commissione propone di collaborare con gli Stati membri per individuare i progetti più idonei a conseguire tali obiettivi, sulla base dell’ampio lavoro già svolto sui piani nazionali per la ripresa e la resilienza.
Il contesto
L’invasione dell’Ucraina ha reso evidente e forte come mai prima d’ora la necessità di una transizione rapida verso l’energia pulita. L’UE importa il 90% del gas che consuma e la Russia fornisce circa il 45% di tali importazioni, in percentuali variabili tra i diversi Stati membri. Dalla Russia provengono anche circa il 25 % delle importazioni di petrolio e il 45 % delle importazioni di carbone.
Negli ultimi mesi il pacchetto di misure della Commissione sui prezzi dell’energia, adottato nell’ottobre 2021, ha aiutato i cittadini e le imprese a far fronte agli elevati prezzi dell’energia. 25 Stati membri hanno adottato provvedimenti in linea con il pacchetto di misure che stanno già alleggerendo le bollette energetiche di oltre 70 milioni di famiglie e di vari milioni di microimprese e piccole e medie imprese.
La Commissione continua a collaborare con i vicini e i partner dei Balcani occidentali e della Comunità dell’energia che condividono con l’Unione le stesse forme di dipendenza dai combustibili fossili e l’esposizione alle impennate dei prezzi, ma anche l’impegno di perseguire gli stessi obiettivi climatici a lungo termine. Per quanto riguarda l’Ucraina, la Moldova e la Georgia, l’UE è pronta a dare sostegno per assicurare energia affidabile e sostenibile: lo sforzo in atto ai fini di una sincronizzazione d’emergenza delle reti elettriche ucraine e moldove con la rete continentale europea è un segnale chiaro di tale impegno.
Considerazioni finali
Fin qui l’impegno della Commissione Europea per l’energia, sui dettagli del quale si può discutere. Tuttavia la sola autosufficienza energetica non basta, ci sono anche altri aspetti che contribuiscono a rendere veramente indipendente una nazione o un insieme di nazioni come l’Europa.
In primo luogo la capacità militare, per dissuadere chiunque intenda usare la forza come arma di ricatto. Mai come in questi giorni vale il detto romano Si vis pacem, para bellum, se vuoi la pace prepara la guerra. Dotandosi, purtroppo, anche di armi nucleari che, per inciso, per un paese tecnologicamente avanzato, sono più a buon mercato rispetto alle armi tradizionali, ed hanno una capacità di deterrenza enormemente superiore.
Se gli ucraini avessero mantenuto, anche solo in parte, l’armamento nucleare dell’ex Unione Sovietica, a cui rinunciarono col trattato di Budapest del 1994, sicuramente la Russia non avrebbe invaso l’Ucraina e adesso non piangerebbero decine o centinaia di migliaia di morti. A garantire l’indipendenza dell’Ucraina, a fronte dello smantellamento dell’arsenale nucleare furono Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna: la prima ha violato palesemente questo trattato invadendo l’Ucraina, gli altri due firmatari non lo hanno rispettato per non aver difeso l’Ucraina dall’aggressione russa come promesso.
In secondo luogo c’è anche l’autosufficienza alimentare, forse l’obiettivo più facile da raggiungere.
Bisogna poi avere il coraggio di guardarsi attorno e rompere i ponti con i paesi governati da regimi autoritari, dalla Russia alla Cina, dall’Arabia Saudita alla Turchia, riducendo le relazioni ai minimi termini.
Solo così potremo sperare in altri 80 anni di pace, in Europa e nel mondo.