A fronte di un calo del 4,8% delle entrate anno su anno, crollano del 16,1% le vendite rispetto al quarto trimestre 2022. In attesa delle tecnologie ancora più avanzate, segnano un forte calo le richieste di nodi a 5 e 7 nm per la debole domanda di smartphone e PC. L’automotive è l’unico comparto ancora in crescita. I dati di TSMC trascinano al ribasso i titoli del comparto, compresa STMicroelectronics che alle 14:00 perde a Milano più del 4%.
Alla fine, la crisi del settore consumer – PC e smartphone – dopo aver colpito i produttori di memorie e di processori, è arrivata alle fonderie, prima a quelle più piccole, ed ora anche ai colossi del settore come TSMC che ha diffuso oggi i risultati finanziari del primo trimestre 2023.
I ricavi del trimestre sono stati di 16,72 miliardi di dollari, in calo del 4,8% rispetto al 1Q22 quando furono di 17,57 miliardi, e del 16,1% rispetto al 4Q22 quando raggiunsero la cifra record di 19,93 miliardi di dollari:
Ancora peggio è andata per gli utili netti che, rispetto al 1Q22, sono cresciuti del 2,1% a quota 6,59 miliardi di dollari ma che sono crollati del 30% rispetto al quarto trimestre 2022 quando raggiusero i 9,42 miliardi di dollari.
La battuta di arresto di TSMC non è paragonabile a quella dei produttori di memorie che hanno visto gli ingenti utili dei trimestri precedenti trasformarsi in pesanti perdite, costringendo Micron, SK Hynix, Samsung e le altre aziende del settore a ridurre la produzione e tagliare pesantemente gli investimenti e i costi operativi, personale compreso.
Al momento la situazione di TSMC è ampiamente sotto controllo e la società si prepara a mettere a frutto gli investimenti nelle tecnologie di punta, in particolare nel nodo a 3 nm.
Probabilmente l’attesa per la nuova tecnologia ha frenato le vendite di chip a 5 e 7 nm, che sono quelli che hanno contribuito maggiormente al calo del fatturato nel periodo:
La società continua anche ad attrezzarsi per confermare il proprio ruolo di leader globale nella produzione di semiconduttori in futuro, con i nuovi impianti in fase di costruzione negli Stati Uniti e in Giappone e con una presenza anche in Europa, dove le ultime indiscrezioni riferiscono di un accordo con Bosch per la costruzione di un impianto comune per la fabbricazione di chip per automotive con nodo di processo a 28 nm. Dopo la (quasi) approvazione dell’European Chips Act di questa settimana, è molto probabile che TSMC annunci a breve il suo arrivo anche in Europa.
A Taiwan, invece, TSMC continua il suo impegno nei nodi più avanzati, proseguendo negli investimenti nei fab a 3 e 2 nm.
Per quanto riguarda i nodi legacy, che in ogni caso rappresentano quasi il 50% delle vendite di TSMC, qualche preoccupazione arriva dalle politiche della Cina che probabilmente sarà costretta dalle restrizioni occidentali a focalizzarsi su questo settore, andando a contendere importanti fette di mercato occupate attualmente da TSMC, UMC e GlobalFoudries.
Gli investimenti in capacità produttiva di TSMC sono ancora ingenti, come evidenziato dalla seguente tabella:
Nel primo trimestre la generazione di cassa di TSMC è stata pari a 12,27 miliardi di dollari, 9,64 dei quali sono stati utilizzati per investimenti in impianti e attrezzature (capex), in leggero calo rispetto ai 10,7 miliardi del Q422 ma in crescita rispetto a quanto speso nel 1Q22 (8,33 miliardi di dollari).
TSMC continua ad essere l’azienda del settore dei semiconduttori che investe di più, ed una delle aziende globali che spende, in assoluto, di più al mondo per nuovi impianti produttivi e attrezzature. Nel 2023 l’azienda dovrebbe rallentare leggermente le spese in conto capitale, destinando comunque una cifra compresa tra 32 e 36 miliardi di dollari agli investimenti.
Per quanto riguarda i mercati finali, nel primo trimestre solamente l’automotive continua a crescere, anche se con un modesto incremento del 5%:
Tutti gli altri settori evidenziano cali piuttosto consistenti, con le vendite di chip per smartphone che sono crollate del 27%.
Outlook
Per il secondo trimestre del 2023, TSMC prevede vendite comprese tra 15,2 e 16 miliardi di dollari, con margini operativi in linea con quelli dei trimestri precedenti. Ancora un leggero calo, dunque, che comunque non dovrebbe intaccare in maniera significativa il business della società, come accaduto invece per le aziende che producono memorie. TSMC prevede un miglioramento del mercato complessivo dei semiconduttori per la fine del 2023, con il ritorno degli stock di magazzino a livelli di normalità e con la ripresa del mercato consumer. Resta, in ogni caso, l’incognita degli sviluppi della guerra commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina, che ha già coinvolto pesantemente TSMC con la perdita di importanti clienti come Huawei.
I dati della trimestrale di TSMC hanno affossato in mattinata le quotazioni delle società europee di semiconduttori, con STM e Infineon che stanno perdendo oltre il 4% mentre i future sul tutolo TSMC alla Borsa di New York risultano positivi, con un incremento di circa l’1%.