Dopo il fallito tentativo di acquisizione di Siltronic, GlobalWafer investe 300 milioni di euro nella controllata MEMC di Novara per realizzare una nuova linea produttiva per wafer da 300 millimetri.
Un investimento di oltre 300 milioni di euro per diventare uno dei più importanti produttori europei di wafer da 300 mm, le sottilissime fette di silicio con le quali vengono realizzati i microchip. L’importante annuncio arriva dai i dirigenti di MEMC Electronic Materials S.p.A., l’azienda italiana controllata dalla taiwanese GlobalWafers, il terzo più importante gruppo al mondo in questo settore con oltre 7.000 dipendenti e con una quota del 18% circa del mercato globale di wafer.
Come abbiamo riportato alcune settimane fa, GlobalWafers aveva tentato di acquisire per 4,35 miliardi di euro la tedesca Siltronic, il quarto produttore al mondo di wafer. L’operazione era sfumata in quanto le autorità tedesche non avevano dato il via libera all’acquisizione entro i tempi stabiliti dall’accordo (31 gennaio 2022).
L’operazione avrebbe dato vita al secondo produttore mondiale di wafer di silicio, dopo la giapponese Shinetsu:
A seguito di questo inaspettato stop, dopo oltre 18 mesi di trattative e nonostante il via libera delle autorità antitrust degli altri paesi interessati, Cina compresa, GlobalWafers ha deciso di cambiare strategia, dirottando le risorse inizialmente destinate all’acquisizione di Siltronic al potenziamento ed alla costruzione di nuovi impianti produttivi.
La decisione tedesca (o non-decisione come l’ha definita qualcuno) è sintomatica di un nuovo clima che sta investendo l’Europa e che inizia a considerare la sovranità tecnologica alla stregua della sovranità territoriale, riservando maggiore attenzione alle operazioni di acquisizione da parte dei colossi asiatici (in particolare della Cina) di aziende europee ad alta tecnologia. A questo proposito, in Germania ricordano ancora con disappunto la cessione del gioiello tedesco della robotica Kuka alla cinese Midea nel 2016.
GlobalWafers, pur avendo impianti produttivi in tutto il mondo ed avendo sede a Taiwan, un paese nella sfera di influenza occidentale, resta pur sempre un’azienda asiatica, con tutti i problemi che ciò significa per una Europa che, almeno nelle intenzioni dei suoi leader politici, vorrebbe dotarsi di maggiore autonomia sul piano tecnologico e produttivo.
E i wafer sono un elemento chiave per tutte le tecnologie più avanzate del futuro, dall’automotive all’industria aerospaziale, dal calcolo avanzato all’intelligenza artificiale.
Tornando a GlobalWafers, dei 3,6 miliardi di dollari che la società ha deciso di investire per incrementare la propria capacità produttiva, 2 miliardi saranno destinati alla costruzione di un nuovo mega impianto produttivo (di cui non si conosce ancora l’ubicazione) e 1,6 miliardi verranno utilizzati per il potenziamento degli impianti esistenti in Asia, Europa e Stati Uniti.
Una delle più importanti società che GlobalWafers possiede in Europa è proprio MEMC Electronic Materials S.p.A, l’unica azienda italiana che produce wafer di silicio monocristallino. MEMC gestisce due stabilimenti, quello di Merano (con circa 250 dipendenti) dove vengono prodotti i lingotti di silicio, e quello di Novara (con 750 dipendenti) dove i lingotti vengono tagliati in sottili fette di silicio e sottoposti ad ulteriori lavorazioni. Attualmente la produzione è di circa 5 milioni di wafer da 8 pollici di diametro (200 mm circa) all’anno, destinati prevalentemente alle aziende europee del settore, STMicroelectronics, Infineon, Bosch, ecc., con un fatturato di oltre 300 milioni di euro l’anno.
Il potenziamento del sito produttivo di Novara prevede l’ampiamento dell’attuale struttura con un nuovo fabbricato di circa 10.000 metri quadri, attrezzato per la lavorazione di wafer da 300 millimetri, la soluzione tecnologica che consente ai produttori di semiconduttori di aumentare la produttività e ridurre i costi. Lo stesso chip prodotto con wafer da 300 mm costa il 40% in meno rispetto a quelli prodotti con linee da 200 mm.
La nuova iniziativa di MEMC è stata presentata in una conferenza stampa presso la sede di Confindustria Novara Vercelli Valsesia dal presidente della società Mauro Pedrotti e dal direttore dello stabilimento Marco Sciamanna.
“La produzione attuale di MEMC è di diversi milioni di fette di silicio da 200mm di diametro all’anno. Essendo la gran parte dei produttori dislocata in Asia, si comprende quanto sia stato difficile convincere la Capogruppo che è utile e opportuno investire in Italia.” Ha dichiarato Marco Sciamanna. “Il progetto prevede un investimento di circa 300 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo impianto di 10.000 mq di superficie e l’assunzione, a regime, di un centinaio di persone. Le nuove fette da 300mm di diametro saranno destinate a clienti europei come STMicroelectronics, Bosch e Infineon, che hanno richiesto espressamente che vengano prodotte non genericamente “in Europa” ma proprio “a Novara”, a dimostrazione del gradimento per i nostri standard qualitativi. Vogliamo essere operativi, a livello di produzione, entro giugno 2023. Abbiamo anche in progetto di utilizzare l’idrogeno di scarto del nostro ciclo produttivo per alimentare tutti gli impianti e raggiungere il completo utilizzo di energia da fonti rinnovabili entro il 2050“.
Da parte sua, Mauro Pedrotti, Presidente MEMC ha dichiarato: “Dopo 39 anni di lavoro in azienda è per me una grande soddisfazione, anche a livello personale, poter vedere questo risultato, che è stato ottenuto grazie alla capacità di “fare sistema” di tutti i soggetti coinvolti. Sono le persone che fanno i risultati e solo se ci sono i risultati si possono proporre e realizzare nuovi investimenti. Se siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo è anche grazie ai nostri clienti, a cui va il nostro ringraziamento per la fiducia che continuano a dimostrarci. La scelta del sito di Novara era tutt’altro che scontata. Erano in lizza molti stabilimenti del gruppo e alla fine l’ha spuntata Novara grazie alle competenze dei nostri tecnici e all’impegno del nostro management”.
Continua Pedrotti, “Questo investimento, in linea con il recente annuncio di GlobalWafers di espandere la propria presenza in Europa grazie al supporto del governo italiano (MISE), della Unione Europea e di alcuni importanti produttori europei di dispositivi microelettronici, rafforzerà ulteriormente la presenza storica di GlobalWafers in Italia, dove sono presenti sia lo stabilimento di Merano che quello di Novara operanti rispettivamente dal 1974 e dal 1976. L’espansione si concentrerà sullo sviluppo e produzione di wafer lucidati da 300 mm che troveranno utilizzo nelle applicazioni tecnologiche più avanzate. Inoltre, attraverso questa espansione nella regione Piemonte, GlobalWafers raggiungerà la piena integrazione della linea di produzione di fette da 300 mm in Italia poiché la crescita del cristallo di questo stesso diametro era già in corso di sviluppo ed espansione nello stabilimento di Merano. Questa linea avanzata da 300 mm sarà operativa a partire dalla metà del 2023. Seguirà la produzione di massa in base alle qualifiche dei clienti e quindi alle prime fasi di implementazione industriale per aumentare fino al volume necessario dei nuovi prodotti sviluppati e prodotti da questa struttura avanzata e completamente automatizzata. Dato l’importante investimento connesso all’avvio di questa nuova linea avanzata da 300 mm, le condizioni per le quali il progetto diventerà esecutivo sono: 1. Partecipazione finanziaria dei partner con cui è in fase di sviluppo questo progetto; 2. Accesso ai fondi nazionali ed europei associati agli investimenti nella filiera microelettronica (IPCEI, ecc.).”
La storia dell’attuale MEMC si dipana attraverso 50 anni di storia industriale del nostro paese. In uno stabilimento dell’Alto Adige dove in precedenza Montecatini e poi Montedison producevano fertilizzanti, nasce nel 1973 Smiel, destinata alla produzione di policristallino per l’industria fotovoltaica. All’impianto di Merano si aggiunge quello di Novara, dove le fette di silicio vengono lavorate. Dopo vari passaggi di proprietà, la società cambia nome in MEMC e abbandona il settore fotovoltaico per dedicarsi alla produzione di wafer di silicio monocristallino per l’industria dei semiconduttori. Nel 2016 l’ultimo passaggio di proprietà, dall’americana Monsanto alla taiwanese GlobalWafers. In eredità da Monsanto rimane l’acronimo MEMC (Monsanto electronic material company).
Nei sei anni seguenti, l’attività si focalizza sui wafer per semiconduttori la cui richiesta, oltre ad essere in continuo crescita, si fa sempre più complessa, con i produttori di chip che necessitano di soluzioni sempre più personalizzate. È proprio questo il segreto del successo di MEMC: lo stretto rapporto con i produttori europei di chip e la capacità di rispondere alle loro esigenze in continua evoluzione. La produzione di wafer monocristallini per l’industria dei microchip è infatti molto diversa da quella dei wafer policristallini o monocristallini solar-grade destinati all’industria fotovoltaica.
L’alta qualità del prodotto e le numerose personalizzazioni che MEMC è in grado di offrire consentono alla società di sopperire ai maggiori costi di produzione (dal personale all’energia) e di continuare una storia di successo che dura da decenni.