Gina Raimondo ha chiesto più risorse per l’ente che deve controllare sul rispetto delle norme relative alle esportazioni di chip e ha criticato NVIDIA per aver realizzato le versioni depotenziate di processori AI per il mercato cinese, minacciando di bloccare anche queste varianti. Arretra in borsa il titolo NVIDIA.
Sabato scorso, intervenendo al Reagan National Defense Forum a Simi Valley, California, il segretario americano al Commercio Gina Raimondo ha chiesto più risorse per i controlli sulle esportazioni, in particolare verso la Cina, dopo le nuove restrizioni introdotte ad ottobre riguardanti principalmente i processori per l’intelligenza artificiale (AI).
Gina Raimondo ha esortato i legislatori, la Silicon Valley e gli alleati degli Stati Uniti a impedire alla Cina di ottenere semiconduttori e tecnologie all’avanguardia, per non minare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Cosa ha detto Gina Raimondo
Il Segretario al Commercio ha sottolineato che l’Ufficio per l’Industria e la Sicurezza, responsabile della gestione di questi controlli, ha bisogno di più risorse. Attualmente il budget è di soli 200 milioni di dollari, “pari al costo di un paio di aerei da combattimento. Se vogliamo fare le cose seriamente, dobbiamo finanziare questa operazione con risorse adeguate. Non possiamo lasciare che la Cina si prenda questi chip. Punto. Negheremo loro la nostra tecnologia più all’avanguardia” ha dichiarato.
Gina Raimondo ha anche aggiunto: “So che tra il pubblico ci sono alcuni amministratori delegati di importanti società di semiconduttori coinvolte in queste sanzioni che sono irritati con me per le nuove norme che probabilmente ridurranno le entrate delle loro società. Ma così è la vita. Proteggere la nostra sicurezza nazionale è più importante delle entrate a breve termine“.
Il Segretario al Commercio degli Stati Uniti ha espressamente fatto riferimento a NVIDIA e alla sua intenzione di riprogettare alcune GPU AI – come la nuova H20 – per il mercato cinese, per adattarle alle nuove regole di esportazione del governo degli Stati Uniti.
“Se si ridisegna un chip attorno ad una particolare performance di riferimento, consentendo in ogni caso di continuare a promuovere l’intelligenza artificiale avanzata, lo controllerò il giorno dopo“.
A parte le dichiarazioni ufficiali e le esternazioni pubbliche come quella di sabato scorso di Gina Raimondo, il governo degli Statio Uniti sta cercando di mettere in atto anche una sorta di moral suasion nei confronti delle aziende più recalcitranti, agendo sulle sovvenzioni pubbliche all’industria dei semiconduttori. Tuttavia, nel caso delle fabless con NVIDIA che non ricevono contributi pubblici, queste pressioni sono poco efficaci.
Stranamente però, di uno dei chip al centro di questa contesa, la GPU AI H20 di NVIDIA il cui lancio doveva avvenire il 16 novembre, si sono perse e tracce.
Continua a crescere la domanda cinese di Chip AI e impianti avanzati
In ogni caso, gli ordini delle aziende cinesi di chip avanzati e di impianti di produzione occidentali resta fortissimo. Per i player più importanti dell’industria dei semiconduttori, il mercato cinese vale ormai più del 30% del fatturato. Addirittura, nel terzo trimestre del 2023 le vendite di ASML in Cina hanno raggiunto una percentuale del 46% sul totale. Probabilmente, se ad ASML fosse concesso di vendere alla Cina anche gli scanner EUV, questa percentuale salirebbe al 70-80%.
Dal punto di vista dei CEO delle aziende più avanzate, una completa liberalizzazione delle vendite potrebbe significare per i prossimi 2 o 3 anni fatturati e utili alle stelle, magari con ricchissimi bonus. Nessuno di loro sembra chiedersi, a prescindere dalle considerazioni di “sicurezza nazionale”, cosa accadrebbe dopo qualche anno? Quello che è successo al mercato del fotovoltaico? O a quello delle pale eoliche?
Grazie agli enormi contributi pubblici, alla vastità del mercato interno e alle politiche di dumping in cui è specializzata la Cina, queste aziende verrebbero spazzate via.
Già qualche crepa incomincia a vedersi nel mercato dei semiconduttori legacy, dove non esistono restrizioni all’importazione di impianti e tecnologie. La sostituzione di chip occidentali con chip fabbricati in Cina è già iniziata. Le vendite di alcune società occidentali che producono semiconduttori più tradizionali sono in calo, in controtendenza rispetto all’andamento generale. Probabilmente ci vorranno ancora un po’ di anni ma, come sostiene Chris Miller nel suo libro Chip War, l’attacco all’industria occidentale dei semiconduttori incomincerà da lì.
Le prime reazioni alle parole di Gina Raimondo sono arrivate dalle Borse. A Wall Street questo pomeriggio NVIDIA ha aperto in calo di oltre 3 punti percentuali. In rosso anche l’intero comparto dei semiconduttori con il Philadelphia Semiconductor Index (SOX) che perde circa l’1,60%.