Dopo i dati preliminari diffusi alcune settimane fa, erano attesi per oggi i dati ufficiali relativi al Prodotto Interno Lordo italiano del 2020 nonché altri dati macroeconomici.
Puntuale è arrivata la conferma da parte dell’Istat di un calo del Pil in volume dell’8,9%, la peggiore caduta da quando viene rilevato questo dato, peggiore persino di quella del 2009 quando il Pil scese del 6,6%.
Nel 2020, comunica l’Istat, il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.651.595 milioni di euro correnti, con una caduta del 7,8% rispetto all’anno precedente, pari ad un calo in volume dell’8,9%.
Dal lato della domanda interna nel 2020 si registra, in termini di volume, un calo del 9,1% degli investimenti fissi lordi e del 7,8% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono scese del 13,8% e le importazioni del 12,6%, cifre che hanno determinato una riduzione del surplus commerciale dai 42,5 del 2019 ai 35 miliardi del 2020.
La domanda nazionale, al netto delle scorte, ha contribuito negativamente alla dinamica del Pil per 7,8 punti percentuali. L’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,8 punti e quello della variazione delle scorte per 0,3 punti.
Il valore aggiunto ha registrato cali in volume in tutti i settori: -6,0% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, -11,1% nell’industria in senso stretto, -6,3% nelle costruzioni e -8,1% nelle attività dei servizi.
Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -6,0% (+1,8% nel 2019).
Commenta l’Istat ”Nel 2020 l’economia italiana ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti economici delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. A trascinare la caduta del Pil (-8,9%) è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato cadute marcate, particolarmente nelle attività manifatturiere e in alcuni comparti del terziario. La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una decisa riduzione dell’input di lavoro e dei redditi. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche ha registrato un netto peggioramento rispetto al 2019 per la caduta delle entrate e per il consistente aumento delle uscite, dovuto alle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi su famiglie e imprese”.