Lo rileva IC Insight in un rapporto nel quale si evidenzia come il 55% del mercato mondiale dei chip nel 2020 sia detenuto dagli Stati Uniti seguiti dalla Corea del Sud col 21% e da Taiwan col 7%. Europa (6%) e Giappone (6%) precedono la Cina (5%).
Da IC Insight arriva una particolare classifica che tiene conto della nazione dove hanno sede le società che vendono semiconduttori col proprio marchio, indipendentemente dal fatto che producano in proprio i chip (aziende IDM) o che ne affidino ad altri la fabbricazione (aziende fabless).
Una classifica che evidenzia la nazionalità di chi guida l’autobus dell’industria mondiale dei semiconduttori, anche se, nella catena di fornitura globalizzata che caratterizza questo mercato, una sola ruota sgonfia può bloccare la corsa del bus.
Oltre a fornire un valore percentuale complessivo, il report fornisce anche una suddivisione tra aziende IDM e fabless.
Il primo dato è sicuramente preciso mentre quello relativo alla suddivisione tra IDM e fabless potrebbe essere falsato dal fatto che molte aziende classificate come IDM, a incominciare da Intel, affidano alle fonderie a contratto una parte della loro produzione.
La classifica per l’anno 2020 è guidata dagli Stati Uniti con una quota complessiva del 55%; ciò significa che il 55% di tutti gli integrati venduti nel mondo porta il logo di una società americana. Se invece consideriamo le società che non fabbricano i loro chip (fabless) ma li fanno produrre in outsourcing, scopriamo che per il 63% si tratta di aziende con sede negli USA. Il dato per le aziende IDM scende al 50% ma, come spiegato in precedenza, questo valore è fortemente falsato dal fatto che una parte della produzione delle aziende IDM proviene da fonderie di terze parti.
La figura 1 mostra le quote regionali complessive e quelle delle società IDM e fabless. Al secondo posto troviamo la Corea del Sud con una quota complessiva del 21%, forte di due società come Samsung e SK hinyx che vengono considerate IDM mentre in realtà così non è dal momento che Samsung è anche una fonderia a contratto.
Le aziende taiwanesi, non essendo comprese in questa classifica le foundry, pesano appena per il 7%, quota attribuibile in gran parte a MediaTek, la principale società fabless di Taiwan. Seguono il Giappone e le aziende europee con il 6% a testa; in questo caso si tratta prevalentemente di IDM: STMicroelectronics, Infineon, Renesas, Rohm e altre ancora. Chiude la classifica la Cina con un 5% complessivo e con aziende quasi tutte fabless come HI Silicon, GigaDevice, Will Semiconductor ecc.
Le società sudcoreane e giapponesi hanno una presenza estremamente debole nel segmento dei circuiti integrati fabless e le società taiwanesi e cinesi hanno una quota molto bassa della porzione IDM del mercato globale. Nel complesso, le società con sede negli Stati Uniti hanno mostrato il massimo equilibrio per quanto riguarda IDM, fabless e quota di mercato totale dei semiconduttori.
La figura 2 mostra l’andamento delle quote di mercato negli ultimi 30 anni per regione geografica che evidenzia il forte calo dell’industria giapponese dei semiconduttori. Negli anni ’90 le società giapponesi detenevano quasi la metà del mercato mondiale, una quota che nel giro di 30 anni è scesa al 6% a lasciando spazio alle società americane e, soprattutto, del continente asiatico, in primis Corea e Taiwan; le società asiatiche hanno visto la loro quota di mercato salire dal 4% al 33% nel 2020 con un CAGR a 30 anni del 15,5% contro un CAGR globale del 7,7%.
Per quanto riguarda le società europee, in 30 anni la loro quota di mercato è scesa dal 9% del 1990 al 6% del 2020.