In occasione del Capital Market Day, STMicroelectronics ha annunciato la strategia China-for-China, volta a creare un ecosistema locale di produzione per servire più efficacemente il vasto mercato cinese.
Un primo passo era già stato compiuto dalla multinazionale italo-francese lo scorso luglio, con la firma di un accordo con Sanan Optoelectronics per la produzione di dispositivi in carburo di silicio (SiC) a Chongqing, destinati esclusivamente al mercato locale.
Con l’annuncio dell’accordo con la fonderia Hua Hong – la seconda più grande fonderia cinese – per la produzione di dispositivi logici, avvenuto durante il Capital Market Day, si delinea una strategia globale nei confronti del gigante asiatico, identificata con il nome China-for-China.
La Cina: un mercato chiave per i semiconduttori
Per STMicroelectronics, come per molti altri produttori di semiconduttori, la Cina rappresenta il più grande mercato finale. Ogni anno il Paese importa semiconduttori per un valore di circa 300 miliardi di dollari, utilizzati dalla più grande “fabbrica del mondo” per produrre automobili, computer, telefoni cellulari, apparecchiature elettroniche di ogni tipo e numerosi altri prodotti destinati all’esportazione globale.
Tuttavia, la produzione locale di chip risulta del tutto insufficiente – sia in termini qualitativi che quantitativi – a soddisfare questa enorme domanda.
La Cina, come altre regioni, è impegnata a raggiungere l’autosufficienza anche nel settore dei semiconduttori, attraverso l’aumento della produzione locale sostenuta da ingenti contributi diretti, incentivi e dazi mirati. Questi interventi puntano a favorire la crescita dei campioni nazionali e a creare un ecosistema produttivo completo.
Una strategia globale per un mercato competitivo
La scelta di produrre direttamente in Cina – per la Cina – non solo riduce i costi e rafforza le catene di fornitura, ma mitiga anche i rischi legati a restrizioni governative.
Il Presidente e CEO Jean-Marc Chéry ha ribadito l’importanza di una produzione locale in Cina, definendola cruciale per mantenere il vantaggio competitivo dell’azienda nel mercato più grande e innovativo al mondo per i veicoli elettrici. “Senza una presenza locale, non è possibile competere efficacemente in Cina,” ha dichiarato.
“Se perdiamo la nostra quota di mercato in Cina a favore di un’altra azienda locale nel settore industriale o automobilistico, queste aziende finiranno per dominare il proprio mercato interno. Con un mercato così ampio, avranno poi una solida piattaforma per competere a livello internazionale,” ha aggiunto Chéry.
Focus sui veicoli elettrici e sulla produzione locale
Il mercato dei veicoli elettrici è centrale per STMicroelectronics e per tutti i grandi attori globali della tecnologia. Leader mondiale nella produzione di dispositivi di potenza in carburo di silicio, ST considera la produzione locale un elemento chiave per espandere la propria presenza sul mercato cinese.
L’azienda, che già collabora con produttori locali come Tesla e Geely, intende rafforzare il proprio impegno con la produzione locale di microcontrollori a 40 nm grazie all’accordo con Hua Hong, con sede a Shenzhen. La produzione di questi chip dovrebbe iniziare entro la fine del 2025, in linea con la rapida crescita del settore dei veicoli elettrici in Cina, dove velocità ed efficienza sono essenziali.
Fabio Gualandris, responsabile Quality, Manufacturing & Technology, ha fornito ulteriori dettagli sull’iniziativa, spiegando che il modello riguarderà esclusivamente la produzione e la commercializzazione, supportata da Application Center locali. La ricerca e lo sviluppo, invece, resteranno in Italia e Francia, mentre Hua Hong sarà utilizzata esclusivamente come fonderia, ricevendo le fotomaschere dall’Europa.
Questo approccio, simile a quello adottato per la joint venture con Sanan, garantirà che la tecnologia di processo proprietaria di ST rimanga protetta, senza rischio di trasferimento di know-how.
Le implicazioni della strategia China-for-China
Secondo i primi commenti, partnership come queste potrebbero diventare un modello per le future operazioni internazionali, assicurando un equilibrio tra resilienza e innovazione. Tuttavia, c’è chi teme che questa strategia possa compromettere le capacità manifatturiere europee di ST, privandole del principale mercato di destinazione.
La domanda che sorge spontanea è: “dove saranno venduti i dispositivi SiC prodotti a Catania se il mercato cinese sarà servito dalla produzione locale? Dove finiranno i microcontrollori fabbricati a Crolles e Agrate se non potranno essere esportati in Cina?”
La risposta di STMicroelectronics è chiara: “O così, o perderemo progressivamente il mercato cinese.” Una scelta che, seppur obbligata, rischia di avere ripercussioni sui siti produttivi italiani e francesi, come emerso durante il Capital Market Day.
Ripercussioni politiche e occupazionali
La nuova strategia di ST potrebbe avere conseguenze non solo industriali ma anche politiche, data la partecipazione pubblica italiana e francese nel capitale dell’azienda. La questione occupazionale è già al centro del dibattito, con i sindacati preoccupati per le possibili ricadute sugli impianti europei.
Sarà quindi interessante osservare come si svilupperà la strategia China-for-China e quale impatto avrà sul futuro di STMicroelectronics, sia in Europa che nel resto del mondo.