Secondo il CEO della società, SK Hynix potrebbe fare parte di un consorzio internazionale per acquisire la società britannica, reduce dal fallimento del tentativo di fusione con NVIDIA.
A rilanciare le parole di Park Jung-ho, CEO di SK Hynix, è l’agenzia di stampa Yonhap che riporta quanto detto dal numero uno di SK Hynix dopo l’assemblea annuale degli azionisti: “Stiamo valutando la possibilità di formare un consorzio, insieme a partner strategici, per acquisire congiuntamente Arm”.
Park Jung-ho ha anche auspicato che a nessuna singola azienda del settore venga concesso di possedere Arm.
All’inizio di febbraio è stato ufficializzato il fallimento del tentativo di acquisizione di Arm da parte di NVIDIA a causa dell’opposizione degli enti regolatori dei più importanti paesi; l’acquisizione era stata fortemente osteggiata anche dalle principali società di semiconduttori, da Apple a Qualcomm, che utilizzano la tecnologia Arm nei loro processori e che temevano la perdita dell’indipendenza della società britannica, da sempre considerata super partes, una sorta di Svizzera della tecnologia.
La proposta di acquisizione, annunciata il 13 settembre 2020, prevedeva un corrispettivo di 40 miliardi di dollari; la proposta era stata accompagnata da un anticipo di 1,25 miliardi di dollari che SoftBank ha trattenuto a titolo di risarcimento dopo il fallimento dell’acquisizione.
Le conseguenze del mancato accordo con NVIDIA si sono fatte sentire anche in casa Arm, con la nomina di Rene Haas nel ruolo di CEO al posto di Simon Segars, che si è dimesso dalla carica di amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione dopo 30 anni trascorsi in azienda.
Arm ha anche annunciato l’intenzione di tagliare fino al 15% dei suoi 6.500 dipendenti nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Secondo la Reuters, già a febbraio era trapelata l’idea di un consorzio internazionale per acquisire Arm, prima ancora che venisse ufficializzata la rinuncia di NVIDIA. Ne aveva parlato Pat Gelsinger, CEO di Intel: “Non siamo grandi utilizzatori di Arm, ma utilizziamo Arm. Quindi se emergesse un consorzio, saremmo probabilmente molto favorevoli a parteciparvi in qualche modo“.
L’interesse di SK Hynix nella vicenda (così come delle altre società coinvolte nel consorzio) è probabilmente quello di evitare che Arm rischi nuovamente di finire tra le braccia di un singolo player globale, come stava accadendo con NVIDIA.
Secondo altre indiscrezioni, invece, SK Hynix vorrebbe sfruttare Arm per rilanciare la sua attività di fonderia nel campo dei chip logici che potrebbe prendere vigore dopo l’acquisizione della foundry sudcoreana Key Foundry, recentemente approvata dalle autorità della Corea.
Fondata 31 anni fa a Cambridge, in Inghilterra, Arm è diventata uno dei principali fornitori mondiali di IP nel campo dei semiconduttori, con un ecosistema di oltre 1.000 partner. Si calcola che ad oggi siano stati prodotti oltre 215 miliardi di chip che utilizzano il design ed il software di Arm.
L’interesse delle principali società globali di semiconduttori per un’acquisizione di Arm non ha tuttavia dissuaso SoftBank, la banca di investimenti proprietaria di Arm, nel continuare i suoi piani per un’IPO della società presso il Nasdaq.
Sulla strada di una possibile IPO di Arm, ci sono gli ostacoli legati alle controversie con Arm China, la controllata cinese (posseduta al 47,33%) che vuole anch’essa quotarsi alla borsa di Shanghai o Hong Kong.
Attualmente Arm China contribuisce per circa il 25% alle entrate annuali delle licenze dell’azienda britannica.
Secondo Allen Wu, presidente ed amministratore delegato di Arm China, l’azienda ha il diritto di perseguire un’IPO indipendente dall’azionista britannico Arm dopo il 2025.
“Siamo favorevoli all’IPO di Arm e speriamo che anche loro sostengano la nostra decisione di quotarci in borsa” ha dichiarato in un’intervista Allen Wu.