L’European Chips Act si concentrerà sulla ricerca, la produzione e la cooperazione internazionale al fine di incrementare la produzione europea di semiconduttori e rafforzare la spinta verso l’autonomia strategica della UE in questo settore.
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato questa mattina l’intenzione di presentare una iniziativa comunitaria sui chip intesa a potenziare la capacità europea dei semiconduttori e rafforzare la sua nuova spinta verso l’autonomia strategica.
“L’obiettivo è creare insieme un ecosistema all’avanguardia nel settore dei semiconduttori che coinvolga la produzione e garantisca la sicurezza degli approvvigionamenti”, ha affermato il capo della Commissione al Parlamento europeo nel suo discorso sullo stato dell’unione europea.
Ursula Von der Leyen ha sostenuto che l’Europa dovrebbe riconquistare la sua leadership globale nella produzione di chip, persa negli ultimi tre decenni a favore dei concorrenti asiatici e americani. Ha tracciato un parallelo con Galileo, il sistema di navigazione dell’UE, che secondo le stime della Commissione è ora presente in due miliardi di dispositivi intelligenti.
La carenza di semiconduttori che ha colpito le catene di approvvigionamento di diverse attività industriale, dalla produzione di automobili a quella di elettrodomestici, è diventata un problema di natura strategica, destinata a durare a causa della crescente richiesta di circuiti integrati.
Nei mesi scorsi il Commissario per il mercato interno Thierry Breton ha insistito in diverse occasioni sul fatto che l’Europa dovrebbe potenziare la sua capacità interna e, a tal fine, la Commissione ha lanciato all’inizio di quest’anno un’alleanza industriale per coordinare l’attività di imprese, enti di ricerca e di tutte le altre parte interessate.
Presentando l’iniziativa in un post, Breton ha osservato che “I semiconduttori sono al centro di forti interessi geostrategici e che stanno guidando la corsa tecnologica globale“. Il motivo è che “la corsa ai chip più avanzati è una corsa alla leadership tecnologica e industriale“.
I governi delle superpotenze industriali, dagli Stati Uniti alla Cina, stanno già investendo massicciamente nell’espansione della loro capacità di produzione di semiconduttori, uno sforzo seguito da alcuni paesi europei come la Germania.
Per Breton, l’European Chips Act è un forte segnale geopolitico ed economico, con gli sforzi nazionali che saranno coordinati a livello europeo. L’iniziativa intende fornire un quadro che eviti la frammentazione del mercato unico trainato dai sussidi pubblici a livello nazionale. Breton ha delineato tre aspetti chiave del Chips Act.
La Commissione considera la capacità di ricerca dell’Europa come il suo principale vantaggio competitivo nella corsa industriale. Pertanto, sarà lanciata una strategia europea di ricerca sui semiconduttori basata sui partenariati di ricerca esistenti.
In secondo luogo, sarà presentato un piano per aumentare la capacità produttiva dell’Europa. L’intenzione è quella di favorire lo sviluppo di impianti di produzione di chip ad alta capacità in Europa, efficienti dal punto di vista energetico e con nodi di processo avanzati, fino a 2 nm.
“Dobbiamo monitorare costantemente le nostre catene di approvvigionamento industriali, anticipare possibili interruzioni future e garantire la resilienza dell’intera catena di approvvigionamento“, ha affermato Breton.
La terza e ultima parte del Chips Act includerà un meccanismo di cooperazione e partenariato internazionale, inteso a diversificare geograficamente le catene di approvvigionamento di semiconduttori in Europa in modo da renderle meno dipendenti da determinati paesi o regioni. Aumentare la capacità dei semiconduttori nazionali richiederà anche l’importazione di know-how da fornitori stranieri.
“L’annuncio odierno di un EU Chips Act per promuovere un ecosistema di semiconduttori vibrante, all’avanguardia e a prova di futuro in Europa è un passo positivo e in linea con le nostre ambizioni condivise di rinvigorire questo settore nella UE“, ha affermato Christin Eisenschmid, vicepresidente di Intel, società che si è impegnata ad espandere la propria attività in Europa.
Breton ha anche annunciato la creazione di un Fondo europeo per i semiconduttori, che integrerà le opportunità di finanziamento esistenti a livello UE e nazionale, nonché il rafforzamento degli IPCEI, gli Importanti progetti di comune interesse europeo, lo strumento della Commissione per gli investimenti industriali strategici.
Il nuovo strumento finanziario potrebbe essere un modo per colmare l’attuale divario di investimenti, poiché i chip sono tecnologie molto avanzate che richiedono anni di ricerca e costosi impianti di produzione.