L’annuncio arriva pochi giorni prima della crisi di governo in Germania con il licenziamento del ministro delle finanze Christian Lindner che aveva sostenuto la ridistribuzione del sussidio per soddisfare altre esigenze economiche del momento.
Secondo un rapporto di HardwareLuxx, Intel potrebbe posticipare il progetto della fabbrica di chip avanzati di Magdeburgo al 2029-2030, sollevando un dibattito in Germania circa l’opportunità di restituire i fondi stanziati al bilancio federale.
Gli ambiziosi piani di espansione della fabbrica di Intel in Germania dovevano rappresentare per l’Europa la possibilità di tornare a competere nel campo dei semiconduttori avanzati con l’Asia e gli Stati Uniti. A tale scopo l’Unione europea aveva varato l’European Chips Act mettendo a disposizione, tramite i singoli stati, circa 43 miliardi di sussidi all’industria europea dei chip.
Il governo tedesco ha impiegato un paio d’anni per accordarsi con Intel, scegliere la località dove costruire il nuovo Fab 29 e stanziare circa 10 miliardi di euro per finanziare il progetto che avrebbe comportato un investimento complessivo di circa 30 miliardi da parte dell’azienda americana.
Tuttavia, la costruzione ha dovuto affrontare diversi ritardi dovuti essenzialmente alla crisi di vendite (con conseguente crisi finanziaria) di Intel, costringendo l’azienda a posticipare di due anni sia il progetto tedesco che quello polacco.
Ora, secondo Tom’s Hardware, il progetto del fab tedesco di Intel potrebbe slittare fino al 2029 o al 2030. Se questo ritardo venisse confermato, l’impatto sui piani di sviluppo dell’industria dei semiconduttori tedesca ed europea sarebbe molto grave, costringendo il Governo tedesco a riconsiderare lo stanziamento dei 10 miliardi deliberati a suo tempo.
Al momento, il governo ha deliberato un primo pagamento di 3,96 miliardi di euro che è stato bloccato dopo l’annuncio di Intel di voler posticipare di due anni il progetto.
La notizia del nuovo ritardo arriva pochi giorni prima dello scoppio della crisi di governo in Germania con il licenziamento del ministro delle finanze Christian Lindner che aveva sostenuto la ridistribuzione del sussidio per soddisfare altre esigenze economiche del momento. Al contrario, il vice cancelliere e ministro per gli affari economici Robert Habeck si era opposto a questo approccio, sostenendo che il finanziamento dovrebbe continuare a sostenere la crescita economica a lungo termine e le iniziative ambientali.
A questo punto, in considerazione anche della disastrosa trimestrale rilasciata la scorsa settimana da Intel, è alquanto improbabile che il progetto veda la luce.
Sulla vicenda pesano anche le voci di un possibile acquisto (con conseguente probabile cambiamento del piano industriale) di Intel da parte di un’azienda concorrente (sono stati fatti i nomi di AMD, Qualcomm e ARM) nonché l’incognita delle nuove strategie degli Stati Uniti nel settore dei semiconduttori dopo l’elezione di Donald Trump.