La principale società tecnologica cinese, sulla quale il governo di Pechino punta per accelerare l’autosufficienza nelle tecnologie avanzate, semiconduttori compresi, mette a segno un significativo GOAL che i politici occidentali che stanno sostenendo le restrizioni nei confronti della Cina nel campo della microelettronica dovrebbero valutare con attenzione. Il nuovo ERP (Enterprise Resource Planning), che sostituirà completante i precedenti sistemi SAP e Oracle, verrà inizialmente utilizzato all’interno dell’azienda, ma non è esclusa una sua commercializzazione.
Gli effetti delle restrizioni USA all’esportazione verso la Cina di tecnologia avanzata per la produzione di semiconduttori, e i contributi economici previsti dal CHIPS Act statunitense per riportare in patria la fabbricazione di microchip, sono uno dei temi più discussi a livello globale. Mai come in questo caso le opinioni di imprenditori, ricercatori, politici e società di consulenza divergono sui risultati che avranno le azioni degli Stati Uniti e dei loro alleati.
C’è chi sostiene, come TrendForce in una sua recente rapporto, che l’insieme di queste azioni otterrà l’effetto di mantenere inalterato per il prossimo decennio un vantaggio tecnologico valutato attualmente in circa dieci anni; altri, come l’analista Chris Miller, l’autore di “Chip War”, ritengono che, nonostante il mantenimento di un significativo vantaggio tecnologico da parte dell’Occidente, l’industria cinese dei chip meno avanzati potrà condizionare pesantemente il mercato globale dei semiconduttori; altri ancora, come Robert Castellano presidente di The Information Network, ritengono che le sanzioni si trasformeranno in un boomerang per l’industria occidentale che subirà sin dall’inizio molti più danni di quella cinese; inoltre le sanzioni costringeranno la Cina a mobilitare tutte le risorse necessarie per fare emergere un’industria locale dei semiconduttori in grado di competere, e probabilmente anche di superare, quella occidentale.
Quest’ultima previsione si è rivelata la più azzeccata nel caso di Huawei e del suo nuovo ERP (Enterprise Resource Planning), presentato con una solenne cerimonia alcuni giorni fa. Come la maggior parte delle aziende globali, la multinazionale hi-tech cinese ha adottato sin dalla sua nascita i gestionali ERP di provenienza occidentale, un mercato dominato dagli Stati Uniti (Oracle, IBM, Microsoft) e dalla tedesca SAP, un mercato che vale attualmente circa 20 miliardi di dollari ma che è destinato a crescere a più di 80 miliardi entro il 2029 con un CAGR del 24,3%.
Probabilmente Huawei non avrebbe mai sostituito il software ERP occidentale se il 16 maggio 2019 gli Stati Uniti non avessero deciso di sanzionare l’azienda cinese negandole l’accesso alle tecnologie più avanzate, comprese alcune delle più importanti funzionalità del software ERP occidentale in uso.
Huawei ha così deciso di sviluppare un proprio sistema ERP. Si è trattato del progetto di trasformazione più ampio e complesso che Huawei abbia mai intrapreso. Negli ultimi tre anni, l’azienda ha investito risorse significative e assegnato diverse migliaia di persone a questo progetto, collaborando anche con partner del settore per superare alcune importanti sfide.
È nato così MetaERP, un software cloud-native orientato al futuro che ha preso il posto del vecchio ERP.
MetaERP gestisce attualmente il 100% degli scenari di business di Huawei e l’80% del suo volume di affari. Il software gestionale ha già superato i test delle liquidazioni mensili, trimestrali e annuali, garantendo zero guasti, zero ritardi e zero rettifiche contabili.
Tao Jingwen, membro del consiglio di amministrazione di Huawei e presidente del dipartimento Quality, Business Process & IT Mgmt, ha dichiarato: “Siamo stati tagliati fuori dal nostro vecchio sistema ERP e da altri sistemi operativi e di gestione fondamentali più di tre anni fa. Da allora, non solo siamo stati in grado di costruire il nostro MetaERP, ma abbiamo gestito anche lo switch e dimostrato le capacità del nuovo software. Oggi siamo orgogliosi di annunciare che siamo sopravvissuti!”
Huawei ha il controllo completo su MetaERP, che si integra con altri sistemi Huawei come EulerOS e GaussDB. Huawei ha inoltre collaborato con diversi partner per introdurre tecnologie avanzate, come l’architettura cloud-native, l’architettura multi-tenant basata sui metadati e l’intelligenza in tempo reale, migliorando significativamente l’efficienza del servizio e la qualità operativa. I principi guida di Huawei sono rivolti a costruire l’architettura più semplice possibile con la migliore qualità possibile, offrendo la migliore esperienza ai costi più bassi possibili. In una serie di campi, inclusi ERP e PLM, Huawei continuerà a collaborare con i partner per creare sistemi aziendali di base più efficienti e sicuri che non siano soggetti ad alcuna restrizione.
Sabrina Meng, Rotating Chairwoman e CFO di Huawei, ha dichiarato: “I progressi tecnologici richiedono uno spirito artigianale e anni di esperienza. Ancora più importante, è necessaria una mente aperta per guidare i progressi nel modo in cui pensiamo. Non saremmo stati in grado di costruire MetaERP senza il supporto dei nostri partner. L’innovazione è possibile solo con una mente aperta e la prosperità è possibile solo quando lavoriamo insieme.”
La presentazione del nuovo MetaERP è coincisa con l’annuale Huawei Global Analyst Summit ma la cerimonia non si è svolta a Shenzhen, sede del Summit, bensì nella vicina Dongguan. Una cerimonia all’insegna della frase “Heroes Fighting to Cross the Dadu River“, in ricordo della battaglia di Luding Bridge del 1935, una delle tappe fondamentali della Lunga Marcia durante la quale le forze comuniste, in inferiorità numerica, sconfissero le unità dell’esercito nazionalista.
Un chiaro riferimento alla battaglia che ha dovuto affrontare Huawei, anch’essa con minori risorse, per sconfiggere l’oppressione (tecnologica) occidentale. Una delle tante analogie con la guerra civile della narrazione della rinascita della Cina.
È proprio sulle capacità tecnologiche, sull’organizzazione e sulla vasta esperienza di Huawei che punta il governo di Pechino per vincere la guerra dei semiconduttori in atto con i paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti.
A marzo, il fondatore di Huawei Ren Zhengfei ha affermato che l’azienda ha speso nel 2022 in ricerca e sviluppo ben 23,8 miliardi di dollari, aggiungendo che negli ultimi tre anni Huawei ha sostituito nelle sue apparecchiature oltre 13.000 componenti di produzione estera con alternative di provenienza locale e ha riprogettato più di 4.000 circuiti. Ancora più importante è l’annuncio riguardante il deposito di brevetti da parte di Huawei per strumenti EUV ed EDA adatti alla produzione di semiconduttori con nodo di processo a 14 nm, un’alternativa agli scanner DUV di ASML e al software di Synopsys e Cadence.