AMERICA & GLOBAL
Battuta d’arresto dei mercati americani, venerdì 22 gennaio 2021, dopo una settimana di continui rialzi; l’unico indice che chiude in terreno positivo è il Nasdaq Composite che guadagna lo 0,1% a quota 13.543,06. Il Nasdaq è anche l’indice che guadagna di più in settimana (4,2%), sostenuto dalle buone trimestrali di Netflix, Intel e ASML.
Alla fine delle contrattazioni, il Dow Jones fa segnare una perdita dello 0,57% a quota 30.996 mentre l’S&P 500 arretra dello 0,30% a quota 3.841,47 punti.
I mercati continuano a guardare con particolare attenzione alla diffusione della pandemia e all’andamento della campagna vaccinale nonché ai dati sull’occupazione.
La settimana prossima sono in arrivo le trimestrali di Facebook, Tesla e Apple. L’azienda di Cupertino ha messo a segno ieri un altro consistente aumento (+1,61%), a quota 139,07 dollari, per un guadagno settimanale del 9,4%, di buon auspicio per i dati in arrivo.
Scendono invece del 9,95% le quotazioni di IBM, dopo la diffusione della debole trimestrale e dei dati relativi all’intero 2020 con vendite in calo del 4,6%.
Dopo l’impennata dei giorni scorsi, l’indice di riferimento dell’industria dei semiconduttori, il PHLX Semiconductor (SOX), perde l’1,84% a quota 3.074,40 punti, spinto al ribasso dalle azioni di Intel che perdono il 9,29%. In realtà il mercato non è stato così negativo nei confronti di Intel, e questo dato compensa l’improvviso balzo del titolo di giovedì sera, dopo che l’infografica con i dati riassuntivi di bilancio era stata diffusa per sbaglio prima della chiusura dei mercati.
Il titolo chiude così la settimana a 56,66 dollari, poco distante dalla chiusura di venerdì scorso (57,58 dollari). In ogni caso, rispetto alle quotazioni di fine 2020, Intel ha messo a segno un guadagno del 13,7%, grazie soprattutto alla sostituzione, nella carica di CEO, di Bob Swan con Pat Geslinger.
All’interno del SOX, le uniche società che guadagnano sono i competitor di Intel AMD (+1,38%) e Xilinx (+1,26%).
Perdono più delle altre TSMC (-3,74%), Micron (-3,21%) e Analog Devices (-2,33%), aziende che nelle settimane scorse avevano guadagnato parecchio.
ASIA
I mercati asiatici chiudono sottotono dopo una settimana di record. Anche in questo caso pesano i timori di una nuova ondata pandemica, con la scoperta di nuovi focolai in Cina, Hong Kong e Giappone.
Chiudono in ribasso i listini cinesi con l’SSE di Shanghai che perde lo 0,40% e con l’Hang Seng di Hong Kong in calo dell’1,60%.
Oltre ai timori relativi alla pandemia, pesano sull’indice di Hong Kong gli effetti delle tensioni USA-Cina a causa del blocco del governo degli Stati Uniti degli investimenti (direttamente o tramite i fondi) nelle società che sostengono l’esercito cinese. L’ultima vittima di questa politica in ordine di tempo è stata Xiaomi che ieri ha perso il 3,72%.
In calo anche la foundry cinese SMIC (-2,68%), da tempo nel mirino degli americani, e Alibaba (-3,09%), alle prese con le accuse del governo di Pechino di ostacolare la libera concorrenza con attività monopolistiche.
In calo anche l’indice della borsa coreana, il KOSPI, per perde lo 0,64%, dopo aver fatto segnare in settimana il nuovo record assoluto.
Perdono entrambi i leader coreani (e globali) dei semiconduttori con Samsung, che arretra dell’1,84% e SK Hynix che scende del 2,28%.
Anche il Nikkei 225 perde lo 0,44%, dopo aver messo a segno giovedì il nuovo record assoluto.
Dagli inizi di novembre 2020 l’indice giapponese ha iniziato un trend rialzista che ha portato ad un incremento di quasi il 25%.
Protagoniste assolute di questa crescita le aziende dell’industria dei semiconduttori, anche se queste società, venerdì si sono concesse una pausa con Rohm che perde lo 0,77%, Renesas che arretra dello 0,076%, Tokyo Electron che perde l’1,58% e Toshiba che arretra dell’1,28%.
Renesas e Rohm sono i maggiori beneficiari della ripresa dell’industria automobilistica; prendendo come riferimento gli inizi di novembre, Renesas guadagna il 51%, Rohm il 46%; consistente anche il guadagno di Murata (+46%) e, soprattutto, di Tokyo Electron (+56%), società specializzata nelle tecnologie di produzione di semiconduttori.
EUROPA
Quasi tutte negative le borse europee, per il timore di nuove chiusure dovute alla pandemia e per una campagna vaccinale azzoppata dai tagli alla produzione annunciati da Pfizer.
Milano è la peggiore (-1,52%) per le ragioni appena esposte ma anche per l’incertezza politica e la possibilità di elezioni anticipate.
Chiudono in netto ribasso gli indici dell’industria dei semiconduttori con STMicroelectronics che perde il 2,40% a quota 32,60 Euro e Infineon Technologies che arretra del 2,42% a quota 34,64 Euro. Alla borsa di New York NXP Semiconductors perde lo 0,76%.
Al contrario dei produttori asiatici, tutte queste tre società – che hanno una forte presenza nel settore automobilistico – non sono riuscite a beneficiare, almeno per quanto riguarda le quotazioni di borsa, della ripresa dell’industria dell’auto; in particolare STMicroelectronics e Infineon presentano, da novembre, incrementi del 25/30%, la metà di quelli delle società giapponesi di semiconduttori; questa settimana, poi, gli indici sono rimasti al palo. Un po’ meglio va per NXP che dagli inizi di novembre è cresciuta del 41% e che in settimana ha guadagnato il 2,8%.