Col licenziamento di tutti i dipendenti, chiude definitivamente lo stabilimento Wuhan Hongxin Semiconductor Manufacturing Co. (HSMC) di Wuhan che doveva rappresentare il fiore all’occhiello del piano cinese per l’autosufficienza tecnologica nel campo dei semiconduttori.
Doveva essere il fulcro di un progetto industriale per la produzione di semiconduttori sostenuto e in gran parte finanziato dal governo cinese. Invece, come rivela il sito TaiwanNews, l’avventura di HSMC (Wuhan Hongxin Semiconductor Manufacturing Co.) si è conclusa nel peggiore dei modi col licenziamento, venerdì 26 febbraio, degli ultimi 240 dipendenti “invitati a dimettersi” entro lunedì tramite un messaggio di WeChat, come riferito da alcuni media locali. La società ha chiarito di non aver “alcun piano per riprendere la produzione”, dopo che tutte le attività si sono interrotte già alla fine del 2019 per problemi di natura finanziaria.
Lanciato nel novembre 2017, il progetto che aveva in HSMC l’azienda di riferimento, prevedeva investimenti fino a 20 miliardi di dollari ed era guidato da un team di ingegneri e dirigenti provenienti in gran parte dalla foundry taiwanese Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC); a capo, nel ruolo di CEO, Chiang Shang-yi, ex Chief Operating Officer di TSMC.
L’iniziativa doveva creare un polo produttivo che avrebbe dato lavoro a più di 50 mila persone, direttamente o indirettamente, con un giro d’affari annuo, a regime di 9,25 miliardi di dollari.
Nel 2019, il progetto si è interrotto a causa di problemi finanziari, mai completamente chiariti. A metà 2020 Chang ha lasciato l’azienda descrivendo la sua esperienza con HSMC come un “incubo”.
In seguito alle dimissioni di Chang, hanno iniziato ad emergere rapporti che descrivevano HSMC come una “frode multimiliardaria nella produzione di chip”. I fornitori e gli appaltatori si sono lamentati dei ritardi nei pagamenti, mentre alcuni rapporti hanno evidenziato come la maggior parte dei dipendenti non aveva alcuna esperienza nella produzione di semiconduttori.
Un ulteriore esempio di come la produzione di semiconduttori sia un’attività molto complessa che richiede tempo e ingenti investimenti per poter arrivare al successo.