Prysmian Group, società italiana leader mondiale dei sistemi in cavo per l’energia e le telecomunicazioni, ha presentato oggi pomeriggio i risultati finanziari dell’esercizio 2020 approvati in precedenza dal Consiglio di Amministrazione.
Le cifre evidenziano il forte impatto della pandemia da Covid-19 sui conti della società che comunque ha dimostrato in un anno difficilissimo una forte resilienza e si appresta ad affrontare la sfida del climate change con l’obiettivo di diventare “net zero” entro il 2040.
Nel 2020 Prysmian Group ha realizzato ricavi per 10,02 miliardi di euro, in calo del 13% rispetto agli 11,52 miliardi dell’anno precedente e inferiore anche alle previsioni degli analisti che stimavano il fatturato a 10,20 miliardi; il calo organico dei ricavi è stato pari al 10,3% .
In calo del 16,6% anche il margine operativo che è sceso da 1.010 a 840 milioni, inferiore anche in questo caso alle stime degli analisti.
L’utile netto è risultato di 178 milioni contro i 292 dell’esercizio precedente, in calo del 39%; di conseguenza l’utile per azione è sceso da 0,68 a 0,50 euro.
Nel 2020 la forte generazione di cassa (487 milioni) ha consentito di ridurre l’indebitamento netto a 1,99 miliardi di euro dai 2,14 miliardi di inizio anno.
Per quanto riguarda il 2021, la società prevede di realizzare un EBITDA Adjusted tra 870 e 940 milioni di euro e di generare flussi di cassa per circa 300 milioni di euro.
Prysmian Group ha anche annunciato una nuova ambiziosa strategia per contrastare il cambiamento climatico che ha come obiettivo il “net zero” che sarà raggiunto tra il 2035 e il 2040 per quanto riguarda le emissioni generate dalle sue operazioni (Scope 1 e 2) ed entro il 2050 per le emissioni generate dalla catena del valore (Scope 3).
Il titolo Prysmian, in calo dall’inizio dell’anno del 5,78%, dopo la diffusione dei conti è sceso velocemente chiudendo la giornata di borsa a quota 26,38 euro, in calo del 3,72%.