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Fabbrica Intelligente: MISE e Regione Abruzzo finanziano il progetto di ricerca e sviluppo “LF_SmartFab” di LFoundry

Immagine: Lfoundry

Stanziati complessivamente oltre 3 milioni di euro a favore del produttore di semiconduttori di Avezzano (ex Micron) di proprietà cinese.

La giunta regionale dell’Abruzzo ha dato il via libera all’accordo di Innovazione per la realizzazione del programma di investimenti in attività di ricerca e sviluppo denominato “LF_SmartFab”, promosso da LFoundry, la storica azienda di Avezzano attiva nella produzione di semiconduttori (l’unica realtà del genere operante in Italia insieme a STMicroelectronics).

Si tratta di un’iniziativa coerente con gli indirizzi della Programmazione regionale in tema di sostegno alla ricerca e all’innovazione nonché alla Strategia regionale di Specializzazione Intelligente – RIS3, per la quale la Regione ha stanziato l’importo di 311.045,61 euro su un totale di investimenti sul territorio pari a ‪10.368.187 euro; altri 2.862.751,14 euro arriveranno dal Ministero dello sviluppo economico (MISE) per un contributo totale di 3.173.796,75 euro, secondo il seguente prospetto:

I finanziamenti concessi fanno riferimento al DPR del 15 giugno 2018, n. 137 e al decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 12 febbraio 2019 inerenti all’intervento del Programma operativo nazionale «Imprese e competitività» 2014-2020 FESR e del Fondo per la crescita sostenibile finalizzato a dare attuazione alla Strategia nazionale di specializzazione intelligente attraverso la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore di progetti di ricerca e sviluppo nei settori applicativi della Strategia nazionale di specializzazione intelligente relativi ad “Agrifood”, “Fabbrica intelligente” e “Scienze della vita”.

Questo accordo, con i relativi finanziamenti, potrebbe in qualche modo attenuare le preoccupazioni dei sindacati, da sempre molto critici nei confronti dell’attuale gestione aziendale accusata di scarsa trasparenza sia sul piano societario che per quanto riguarda i piani di sviluppo industriale.

Anche il recente incontro di gennaio tra l’azienda e la delegazione sindacale, secondo quest’ultima, è stato inconcludente. “Le richieste di chiarimento relative a situazione aziendale e piani futuri non hanno visto alcuna nuova informazione a chiarimento e garanzia del ruolo di LFoundry all’interno del progetto SPARC. Gli argomenti sui quali vertevano le richieste di approfondimento da parte del sindacato non hanno visto una illustrazione organica e di prospettiva”, hanno scritto i rappresentati dei lavoratori nel comunicato finale a commento dell’incontro. Preoccupazione anche per le politiche di sviluppo industriale: ”Posto che la scelta di abbandonare la produzione di CIS a favore dei dispositivi POWER è stata fermamente ribadita dal rappresentante della proprietà, ci premeva capire come la gestione del personale somministrato ed i suoi effetti sui carichi di lavoro, unitamente ad eventuali finanziamenti pubblici (per progetti) da riversare anche sulla produzione di energia, potessero agire sinergicamente ad una campagna di formazione orientata al recupero delle competenze perse e ad integrazione di quelle mancanti per poter attuare il piano di conversione alla sola produzione di dispositivi power senza perdita di occupazione nello stabilimento marsicano”.

L’attuale LFoundry ha una lunga storia: nata nel 1989 su iniziativa di Texas Instruments, l’azienda avvia la produzione di memorie dinamiche per computer (DRAM), diventando uno dei più importanti siti europei per la fabbricazione di questi chip, grazie anche agli ingenti finanziamenti pubblici, quasi mille miliardi di lire.

Nel 1998 lo stabilimento viene rilevato dalla multinazionale delle memorie Micron Technology che avvia anche la produzione di sensori d’immagine CMOS (CIS) e in 15 anni investe circa 1,3 miliardi di dollari per espandere e ammodernare il sito.

Nel 2013 Micron mette in vendita lo stabilimento, considerato non più competitivo con gli insediamenti asiatici.

Dopo lunghe trattative, l’azienda viene ceduta ad una join venture composta da una piccola società tedesca (LFoundry) e da Marsica Innovation, creata ad hoc dal management aziendale italiano.

Dopo la dismissione delle memorie, la produzione si focalizza sui sensori d’immagine e su pochi altri dispositivi.

Nel 2016 entra nell’azionariato SMIC, il più importante produttore cinese di semiconduttori che, dopo un tentativo di avviare la produzione di dispositivi logici, nel 2019 getta la spugna e insieme agli altri proprietari vende il 100% del pacchetto azionario alla cinese SPARC (Sensor Power Analog Radiofrequency Company).

Nel discorso di insediamento della nuova azienda, il suo rappresentante, Nabeel Gareeb (oggi presidente di LFoundry), afferma che la principale motivazione per cui è avvenuta l’acquisizione è l’altissimo livello di professionalità ed esperienza dei circa 1500 dipendenti.

A settembre 2019 l’Amministratore Delegato di LFoundry, Marcello D’Antiochia, comunica l’intenzione della proprietà di riorganizzare l’azienda suddividendola in 4 blocchi funzionali: BU sensor, BU power, FAB, R&D, facenti capo a società diverse.

Attualmente i dipendenti sono scesi a 1350 unità e la maggior parte delle entrate di LFoundry deriva dal contratto con ON Semiconductor (che scadrà nel 2024) per la fornitura di sensori d’immagine, un settore in cui l’azienda è all’avanguardia grazie all’esperienza maturata in tutti questi anni. Per quanto riguarda la transizione ai prodotti Power, in molti paventano la difficoltà di questo passaggio.

In passato, i sindacati avevano anche lamentato il disinteresse della società nei confronti dei contributi pubblici destinati allo sviluppo del settore dei semiconduttori. Ora, almeno per quanto riguarda questo fronte, sembra essere tornato un po’ di sereno.