È opinione comune tra gli analisti e gli operatori del settore che il mercato globale dei semiconduttori raggiungerà entro il 2030 un valore di oltre mille miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto al livello attuale.
Una crescita tumultuosa, con regioni che hanno l’ambizione di crescere ben oltre la media globale, come l’Europa che, nelle intenzioni dei suoi governanti, dovrebbe raggiungere una quota del 20% del mercato mondiale, quadruplicando l’attuale capacità produttiva stimata in circa 50 miliardi di dollari, meno del 10% del mercato globale dei semiconduttori.
Una visione che spesso confonde i desideri con la realtà, tipica dell’attuare leadership europea, anche considerando i 43 miliardi stanziati per incentivare la capacità produttiva nel suo complesso. Secondo molti analisti l’Europa potrà considerarsi soddisfatta se riuscirà a mantenere nel 2030 la sua attuale quota di mercato del 10%, cosa che, in ogni caso, comporterebbe un raddoppio dell’attuale capacità produttiva nel giro di 7÷8 anni, un’impresa non di poco conto.
Per sostenere questa crescita sarà fondamentale la disponibilità di personale altamente specializzato, ingegneri, fisici e chimici, che già oggi sono in numero insufficiente.
Della carenza di talenti in Europa si occupa un recente studio di Strategy& che evidenzia come l’attuale carenza di personale specializzato crescerà ulteriormente nei prossimi anni se non verranno prese rapidamente una serie di misure idonee a colmare questo gap.
Attualmente nell’industria dei semiconduttori europea lavorano circa 200.000 professionisti che dovrebbero diventare 600.000 nel 2030 secondo i piani della Commissione; se le attuali dinamiche non verranno adeguate, nel 2030 saranno operativi 250.000 professionisti a causa dei pensionamenti e delle nuove assunzioni. Complessivamente, dunque, mancheranno 350 mila figure professionali, come evidenziato nel seguente grafico:
Lo studio riporta anche le 21 figure professionali più critiche nell’industria dei semiconduttori, con gli “ingegneri del software” che occupano il secondo posto, il che indica chiaramente la trasformazione del settore:
Questi profili non si riferiscono necessariamente a un titolo universitario specifico, ma possono anche essere ricoperti, ad esempio, da laureati in altre discipline STEM. Oltre ai profili ingegneristici, l’indagine mostra anche l’importanza dei tecnici altamente qualificati come forza lavoro operativa nella produzione di semiconduttori, sia come project manager/directors che nel ruolo di supervisori, combinando il know-how del settore con le tradizionali capacità di project management.
Secondo lo studio, per colmare il divario di talenti, sono essenziali tre passaggi chiave:
- Quantificare e comprendere il divario di talenti
- Definire una strategia e una tabella di marcia chiare per le persone
- Derivare e dare priorità a misure specifiche
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