Il voto favorevole della Commissione Industria ed Energia di ieri prelude all’approvazione definitiva dell’European Chips Act a quasi un anno dalla sua presentazione.
Risulta difficile non dare ragione a Giorgia Meloni quando, durante la conferenza stampa di fine anno parlando dei problemi di approvvigionamento dei semiconduttori, ha criticato la complessità e l’eccesiva durata delle procedure di approvazione delle leggi e dei provvedimenti dell’Unione europea.
Nel caso dell’European Chips Act, c’è voluto quasi un anno per arrivare alla votazione in Commissione Industria ed Energia del Parlamento Europeo, votazione che spiana la strada alla sua definitiva approvazione da parte del Parlamento che si riunirà a Strasburgo dal 13 al 16 febbraio.
Come tutte le leggi di tipo ordinario emanate da qualsiasi governo (in questo caso dalla Commissione Europea che è, in pratica, il governo della UE), la loro entrata in vigore è subordinata alla discussione ed alla approvazione del Parlamento, in questo caso del Parlamento Europeo. Prima ancora, le leggi debbono essere vagliate ed approvate (ed eventualmente modificate) dalle commissioni e dagli organi collegiali che nel caso dell’Europa comprendono i rappresentati dei vari Stati (ambasciatori e ministri) che fanno pesare gli interessi di ciascun paese. Si tratta di una prassi decisamente tortuosa, specie se si pensa che la promulgazione della legge a febbraio 2022 era stata preceduta da quasi un anno di trattative e discussioni tra i rappresentati dei vari paesi.
L’European Chips Act nasce per sostenere la produzione europea di chip, per rafforzare la filiera produttiva, per accelerare sulla ricerca e incentivare la cooperazione internazionale; il tutto al fine di incrementare la produzione europea di semiconduttori e rafforzare l’autonomia dell’Europa in questo settore.
Attualmente la quota di produzione globale dell’Europa è del 9% circa, pari a 45 miliardi di dollari; il piano della von der Leyen prevede di portare la percentuale al 20% entro il 2030: un’ipotesi decisamente azzardata, in considerazione anche delle risorse che la EU intende mettere a disposizione.
Un analogo piano presentato nel 2013 dalla Commissione di allora con la “mobilitazione”, come si suole dire in questi casi, di ben 100 miliardi di euro era fallito miseramente.
Nella riunione di ieri la Commissione Industria ed Energia ha adottato due progetti di legge: uno sul “Chips Act ” che mira a rafforzare le capacità tecnologiche della UE nel campo dei semiconduttori e un secondo sul Chips Joint Undertaking per aumentare gli investimenti per lo sviluppo di questo ecosistema.
Gli emendamenti proposti in Commissione hanno riguardato i semiconduttori di nuova generazione e i chip quantistici. Verrà anche creata una rete di centri di competenza per affrontare la carenza di competenze e attrarre nuovi talenti nella ricerca, nella progettazione e nella produzione. La legislazione sosterrà anche progetti volti a rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione attirando investimenti e costruendo nuove capacità produttive.
Misure per rispondere alle carenze future
I lavori della Commissione hanno riguardato anche un meccanismo di risposta alle crisi, con indicatori di allerta precoce negli Stati membri che farebbero scattare un allarme a livello dell’Unione europea. Ciò consentirebbe alla Commissione di attuare misure di emergenza nei confronti dei colli di bottiglia segnalati o effettuare acquisti comuni per gli Stati membri. I deputati sottolineano che la catena di fornitura dei chip dovrebbe essere monitorata costantemente.
I deputati sottolineano inoltre l’importanza della cooperazione internazionale con partner come Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Taiwan. La Commissione dovrebbe istituire un’iniziativa diplomatica riguardante i chip per affrontare qualsiasi futura interruzione delle catene di approvvigionamento.
La relazione legislativa sul Chips Act è stata adottata con 67 voti favorevoli, 1 contrario e 4 astensioni. La commissione ha votato anche sul mandato per avviare negoziati interistituzionali con 70 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione.
L’iniziativa “Chips for Europe”
In una votazione separata, i deputati hanno adottato con 68 voti a favore, nessun contrario e quattro astensioni, la proposta Chips Joint Undertaking, attuando le misure previste nell’ambito dell’iniziativa “Chips for Europe”. La proposta mira a sostenere lo sviluppo di capacità su larga scala attraverso investimenti in infrastrutture di ricerca, sviluppo e innovazione a livello dell’UE per lo sviluppo di tecnologie dei semiconduttori all’avanguardia e di nuova generazione. I deputati sottolineano che per stimolare l’innovazione saranno necessari nuovi fondi, nonché una riallocazione dei fondi da Horizon Europe .
Nel suo intervento, il relatore del Chips Act Dan Nica ha dichiarato: “Vogliamo che il Chips Act dell’UE stabilisca l’Europa come un attore importante nell’arena globale dei semiconduttori. Non solo il bilancio deve essere commisurato alle sfide e finanziato con denaro fresco, ma vogliamo garantire che l’UE sia all’avanguardia nella ricerca e nell’innovazione, che abbia un ambiente favorevole alle imprese, un rapido processo di autorizzazione e investa in una forza lavoro qualificata per il settore dei semiconduttori. Il nostro obiettivo è garantire la crescita in Europa, prepararci alle sfide future e disporre dei meccanismi giusti per le crisi future“.
La relatrice del provvedimento Chips Joint Undertaking Eva Maydell ha dichiarato: “I microchip sono parte integrante delle transizioni digitali e verdi dell’UE, nonché della nostra agenda geopolitica. Chiediamo nuovi finanziamenti che riflettano l’importanza strategica del settore europeo dei semiconduttori. Anche i partner e i concorrenti europei stanno investendo molto nelle loro strutture, competenze e innovazione. Potremmo non avere l’enorme potenza finanziaria degli Stati Uniti, ma il budget offerto dalla Commissione e dal Consiglio deve riflettere il peso della sfida”.
Prossimi passi
Per quanto riguarda il Chips Act, il mandato negoziale sarà annunciato all’apertura della sessione plenaria del 13-16 febbraio a Strasburgo. Se non vi sarà alcuna richiesta di sottoporre al voto in plenaria la decisione di avviare i negoziati, il Parlamento potrà avviare i colloqui con il Consiglio. Il Parlamento voterà sul progetto Chips Joint undertaking durante la stessa sessione.
Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, il provvedimento potrebbe diventare operativo a marzo nell’ambito dei negoziati a tre tra Parlamento, Consiglio e Commissione UE.