Dopo la conferma da parte degli Stati Uniti delle misure restrittive nei confronti della Cina, anticipate ieri dalla Reuters, il gigante asiatico vieta – con effetto immediato – le esportazioni verso gli Stati Uniti di minerali contenenti gallio, germanio e antimonio.
In risposta alle nuove restrizioni annunciate dagli Stati Uniti, è arrivata, immediata, la replica del Ministero del Commercio cinese, che vieta le esportazioni verso gli Stati Uniti di minerali come gallio, germanio e antimonio, ampiamente utilizzati nell’industria. La normativa, in vigore immediatamente, introduce anche una revisione più rigorosa dell’uso finale per gli articoli in grafite spediti negli Stati Uniti.
Le restrizioni rafforzano i limiti già esistenti all’esportazione di questi prodotti e si applicano esclusivamente agli Stati Uniti.
Il gallio e il germanio sono utilizzati nei semiconduttori, mentre il germanio trova impiego anche nella tecnologia a infrarossi, nei cavi in fibra ottica e nelle celle solari. L’antimonio, invece, è utilizzato nei proiettili e in altre armi, mentre la grafite è un componente fondamentale delle batterie per veicoli elettrici.
“In linea di principio, l’esportazione di gallio, germanio, antimonio e materiali superduri verso gli Stati Uniti non sarà consentita“, ha dichiarato un portavoce del Ministero del Commercio cinese.
La mossa della Cina ha sollevato preoccupazioni su un possibile ampliamento delle restrizioni verso altri minerali essenziali, come il nichel e il cobalto, che hanno un utilizzo ancora più ampio.
Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha esortato gli Stati Uniti a intraprendere azioni per stabilizzare le relazioni bilaterali.
“Esortiamo la parte statunitense a fare di più per aiutare a stabilizzare le relazioni bilaterali e speriamo che la nuova amministrazione faccia un buon primo passo nelle interazioni Cina-Stati Uniti nei prossimi quattro anni”, ha dichiarato Wang Yi.
Secondo la società di consulenza Project Blue, nel 2023 la Cina ha rappresentato:
- Il 48% della produzione mondiale di antimonio,
- Il 59,2% della produzione globale di germanio raffinato,
- Il 98,8% della produzione globale di gallio raffinato.
Un rapporto dell’US Geological Survey del mese scorso ha stimato che un divieto totale alle esportazioni di gallio e germanio potrebbe causare un danno economico di 3,4 miliardi di dollari agli Stati Uniti.
I prezzi del triossido di antimonio a Rotterdam sono aumentati del 228% da gennaio, raggiungendo 39.000 dollari per tonnellata metrica a fine novembre.
Gli Stati Uniti stanno valutando le nuove restrizioni cinesi e hanno dichiarato che adotteranno “le misure necessarie” in risposta, senza però fornire dettagli.
“Questi nuovi controlli non fanno che sottolineare l’importanza di rafforzare i nostri sforzi con altri Paesi per ridurre i rischi e diversificare le catene di approvvigionamento critiche lontano dalla Cina“, ha affermato un portavoce della Casa Bianca.
Le nuove restrizioni degli Stati Uniti
La contromossa cinese segue immediatamente la pubblicazione, da parte del Bureau of Industry and Security (BIS) del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, di un nuovo pacchetto di regole progettato per limitare ulteriormente la capacità della Cina di produrre semiconduttori avanzati. Questi chip possono essere utilizzati per sviluppare la prossima generazione di sistemi d’arma, applicazioni di intelligenza artificiale (AI) e informatica avanzata, che hanno rilevanti implicazioni militari.
Le nuove norme coincidono con quanto già anticipato dalla Reuters.
Le restrizioni includono:
- Controlli su 24 tipi di apparecchiature per la produzione di semiconduttori e 3 strumenti software per lo sviluppo o la produzione di chip,
- Limitazioni sulle memorie HBM (ad alta larghezza di banda),
- 140 aggiunte all’Entity List,
- 14 modifiche relative a produttori di utensili, fabbriche di semiconduttori e società di investimento cinesi coinvolte nella modernizzazione militare della RPC.
Queste norme rappresentano un ulteriore passo nell’approccio strategico dell’amministrazione Biden-Harris per limitare la capacità della Cina di ottenere tecnologie avanzate che potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale.
“La nostra azione sottolinea il ruolo centrale del Dipartimento del Commercio nell’esecuzione della strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti”, ha dichiarato Gina Raimondo, Segretaria al Commercio degli Stati Uniti.
“Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i propri alleati per proteggere la nostra tecnologia dall’essere utilizzata in modi che possano minare la sicurezza nazionale“, ha aggiunto Jake Sullivan, Consigliere per la sicurezza nazionale.
Questo il comunicato ufficiale con le nuove norme adottate dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.