Lo ha confermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante l’incontro dell’altro ieri con i vertici della Regione Lombardia.
Anche se manca ancora l’atto di designazione ufficiale, dopo il discorso del ministro Adolfo Urso durante l’incontro con i vertici della Regione Lombardia, è ormai certo che sarà Pavia ad ospitare il “Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore”.
“La Lombardia è il principale motore economico e produttivo del nostro Paese e, quindi, anche delle filiere strategiche del Made in Italy. È sede di moltissimi investimenti stranieri che privilegiano questo territorio infrastrutturato e con un ecosistema di università, e quindi di ricerca e di innovazione, particolarmente appetibile”. È partito da qui il ministro che, nel pomeriggio di lunedì 4 settembre, ha incontrato a Palazzo Lombardia il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
“In quest’epoca di deglobalizzazione, in cui le grandi multinazionali stanno rivedendo i loro programmi di sviluppo per accorciare la filiera produttiva – ha aggiunto il ministro – l’Italia, come confermano alcuni report internazionali, risulta il Paese ideale in cui investire. È dunque il momento giusto per presentare ancor più la Lombardia al palcoscenico internazionale”.
Il ministro Urso e il presidente Fontana hanno quindi condiviso quanto sia importante rafforzare ulteriormente le relazioni con la Lombardia: “Anche per fare di questa regione un faro per gli investitori stranieri che vogliono realizzare i propri progetti nel loro Paese. D’altra parte, in Lombardia ci sono anche importanti sedi delle principali aziende italiane che operano all’estero. Così come di alcune multinazionali”. Guardando al caso specifico della ricerca sui semiconduttori, Urso ha ricordato come “anche con i ministri Giorgetti e Bernini si sia deciso di realizzare proprio a Pavia la Fondazione nazionale sui chip, un progetto che sarà attuato nei prossimi mesi per fare di Pavia, della Lombardia e più in generale dell’Italia, un polo strategico per l’industria digitale, come noi possiamo diventare”.
La scelta di Pavia era già nell’aria. Sede di una delle più antiche università italiane con una prestigiosa facoltà di Ingegneria attiva nelle attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico nel campo dei circuiti integrati e in tecnologie micro e nano elettroniche che hanno permesso di formare numerosi ingegneri specializzati, anche con dottorato di ricerca, Pavia è anche sede del Distretto di Microelettronica, un accordo di partenariato tra l’Università degli Studi di Pavia e una ventina di multinazionali della Microelettronica, tutte con sedi nel territorio della provincia di Pavia e della zona sud di Milano.
Il partenariato ha lo scopo rafforzare la collaborazione tra l’Università, nel ruolo di Capofila, e le aziende per favorire l’ampliamento e la crescita dell’eccellenza della formazione superiore universitaria pavese nell’ambito elettronico e dell’ingegneria dell’informazione. Si vuole così alimentare un sistema Università-Imprese per stimolare una crescita economica e culturale, comune, solidale, ecosostenibile, di tutto il territorio nonché per spronarsi reciprocamente a innovare e innovarsi.
Nonostante le difficoltà dovute al Covid, negli anni passati si sono già concretizzati alcuni obiettivi del partenariato, quali significativi interventi didattici da parte di esperti aziendali nel corso di Laurea Magistrale in Electronic Engineering e nel Corso di Dottorato in Microelectronics, che hanno una forte attrattività a livello internazionale.
Gli obiettivi del Distretto della Microelettronica pavese sono gli stessi del Centro di design istituito dalla legge di Bilancio 2023 approvata nel dicembre dello scorso anno. Nel provvedimento si legge infatti che “… è istituito la fondazione denominata Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore al fine di promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati, rafforzare il sistema della formazione professionale nel campo della microelettronica e assicurare la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore”.
La legge istitutiva prevede per la fondazione una dotazione in conto capitale di 10 milioni di euro per il 2023 e di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030 mentre per le spese di funzionamento (sede, spese generali e compensi al personale) lo stanziamento è di 5 milioni per ciascun degli anni dal 2023 al 2025.
A questa dotazione, vanno aggiunti altri fondi per 30 milioni di euro in 5 anni da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca previsti dal decreto approvato ai primi di agosto.
“L’Italia nel campo dei semiconduttori è già all’avanguardia. Tutti i Paesi più evoluti considerano le nostre imprese un punto di riferimento – aveva detto nell’occasione il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini -. Abbiamo competenze, tecnologie e leadership. Il mondo ci ammira, ma un primato si mantiene solo con impegno e risorse”. Il Ministro Bernini aggiunge: “I 30 milioni stanziati dal MUR per i prossimi 5 anni, insieme ai 150 milioni previsti dal Fondo italiano per la scienza applicata, contribuiranno a migliorare e a sostenere la posizione dell’Italia nel settore strategico dei microchip, su cui si gioca la guida tecnologica europea. Il contributo italiano – conclude il Ministro – sarà determinante per rafforzare le capacità dell’Europa nell’industria globale dei semiconduttori”.