Quanti prevedevano un rallentamento delle vendite di semiconduttori nel 2022 sono stati smentiti dai dati di gennaio che segnalano un forte incremento in tutti i mercati con gli USA che metto a segno addirittura un + 40,2%.
La SIA (Semiconductor Industry Association), l’associazione tra i produttori di semiconduttori, ha annunciato oggi che le vendite globali dell’industria dei semiconduttori nel mese di gennaio 2022 sono state pari a 50,7 miliardi, con un aumento del 26,8% rispetto al gennaio 2021 quando furono di 40 miliardi di dollari. Le vendite sono calate dello 0,2% rispetto al dicembre 2021 (quando furono di 50,9 miliardi di dollari) ma su questo dato pesa la forte stagionalità del mercato dei chip, con i primi tre mesi dell’anno tradizionalmente molto deboli.
Il dato, al netto degli aumenti di prezzo, segnala anche come l’industria dei semiconduttori stia aumentando le capacità produttive in risposta all’attuale carenza di microchip.
Le vendite mensili sono compilate dall’organizzazione World Semiconductor Trade Statistics (WSTS) e rappresentano una media mobile di tre mesi. SIA rappresenta il 99% dell’industria dei semiconduttori statunitense in termini di fatturato e quasi i due terzi delle aziende di chip non statunitensi.
“Dopo le vendite record del 2021, le vendite globali di semiconduttori sono rimaste solide all’inizio del 2022, raggiungendo il secondo totale mensile più alto in assoluto a gennaio“, ha affermato John Neuffer, presidente e CEO di SIA. “Le vendite globali a gennaio sono aumentate di oltre il 20% per il decimo mese consecutivo su base annua e le vendite nelle Americhe sono aumentate del 40,2% su base annua a gennaio, più di qualsiasi altro mercato regionale“.
Oltre all’aumento delle vendite su base annua nelle Americhe, le vendite sono aumentate rispetto a gennaio 2021 in Europa (28,7%), Cina (24,4%), Asia Pacifico/Tutti gli altri paesi (21,0%) e Giappone (18,9%).
Rispetto al dicembre 2021, le vendite mensili sono aumentate in Europa (3,4%) e Asia Pacifico/Tutti gli altri paesi (0,4%), ma sono leggermente diminuite in Cina (-0,7%), nelle Americhe (-1,1%) e in Giappone (-1,3%).
