Si va dai 678 milioni per investimenti 4.0 delle PMI, al miliardo di euro all’anno – per 8 anni – per l’automotive, al fondo per promuovere la ricerca e lo sviluppo nel campo dei microprocessori.
È stata una settimana particolarmente impegnativa per il Governo che ha varato una serie di misure per tentare di mitigare i pesanti effetti che l’aumento dei prezzi dell’energia sta avendo su imprese, privati cittadini e comunità locali.
A queste misure se ne sono aggiunte altre per aiutare le attività delle imprese italiane che operano nel campo delle tecnologie avanzate, dall’automotive ai semiconduttori.
I decreto del Mise
Giovedì il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha istituito un nuovo regime di aiuti per sostenere con 678 milioni di euro gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico.
È quanto prevede il decreto firmato dal titolare del Mise che disciplina i finanziamenti garantiti dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione.
In particolare, i finanziamenti previsti dal nuovo regime di aiuti sono destinati per circa 250 milioni agli investimenti da realizzare nelle regioni del Centro – Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento), mentre circa 428 milioni sono previsti per quelli nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Di queste risorse, una quota pari al 25% è destinata ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese.
L’importo massimo agevolabile per ogni investimento innovativo non potrà essere superiore a 3 milioni di euro e dovrà favorire la trasformazione digitale dell’attività manifatturiera delle Pmi attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0. Una particolare attenzione verrà rivolta ai progetti che puntano a favorire l’economia circolare, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico.
Le imprese che richiederanno l’agevolazione non dovranno però aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte dello Spazio Economico Europeo (SEE) che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai 2 anni successivi al completamento dell’investimento stesso.
Le agevolazioni verranno concesse utilizzando le possibilità offerte dal Temporary framework comunitario.
Gli aiuti all’automotive e all’industria dei semiconduttori
Ieri, nell’ambito del Consiglio dei Ministri convocato per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, sono state approvate anche una serie di misure a sostegno della filiera dell’automotive e dell’industria nazionale dei semiconduttori.
In particolare, per quanto riguarda l’automotive, è stato costituito uno speciale fondo da 1 miliardo di euro per i prossimi 8 anni per la riconversione della filiera industriale del settore.
“Abbiamo approvato un provvedimento per accompagnare il processo di transizione di un settore molto importante sotto l’aspetto manifatturiero, sia per quanto riguarda la produzione diretta che l’indotto”, ha dichiarato il ministro Giancarlo Giorgetti nel corso della conferenza stampa con il presidente del Consiglio Mario Draghi.
“L’intervento pubblico è importante – ha aggiunto il ministro – ma l’iniziativa da parte privata lo è di più. E quindi questo serve a convincere tutti i soggetti della filiera a investire e affrontare questa sfida con a fianco lo Stato”.
Giorgetti ha inoltre annunciato che a breve intende presentare, insieme al ministro della Transizione ecologica, “un decreto incentivi per l’acquisto di auto ecologicamente compatibili, non solo elettriche”, perché nella fase di transizione “dobbiamo considerare anche altre fonti, come l’ibrido”.
Nel decreto approvato ieri è stato inserito anche un fondo per promuovere la ricerca e lo sviluppo della tecnologia dei microprocessori nonché la riconversione dei siti industriali esistenti e l’insediamento di nuovi stabilimenti sul territorio nazionale, importante per la sua strategicità, e che si rivolge agli “investitori non solo stranieri ma già esistenti sul territorio nazionale, che dovranno essere competitivi e offrire componenti fondamentali non solo per l’automotive ma per tantissimi altri strumenti fondamentali”, ha sottolineato Giorgetti.