Con i risultati di Broadcom, diffusi la settimana scorsa, è finita la stagione delle trimestrali relative al terzo periodo dell’anno, che per quasi tutte le società si conclude tra il 30 settembre e il 30 ottobre.
Possiamo, dunque, stilare la classifica aggiornata delle 20 più importanti società che operano nel settore e che si occupano di progettazione e/o costruzione di semiconduttori.
Il quadro d’insieme è quello di un settore in forte crescita, con un incremento ancor più significativo per quanto riguarda gli utili.
Come noto, le società che operano in questo campo si suddividono in IDM, fabless e foundry.
Le IDM (indicate in tabella con la lettera I) sono quelle aziende che progettano i propri circuiti integrati e li costruiscono in stabilimenti di proprietà. Le più note sono Intel, Texas Instruments, Micron ecc. In alcuni casi, tuttavia, per aumentare la flessibilità o sopperire ai picchi di richieste, alcune IDM affidano la produzione di una parte dei propri circuiti integrati a fonderie estere. Alle volte (è quello che sta succedendo a Intel in questo momento) ci si rivolge alle foundry perché le proprie linee produttive non sono in grado di effettuare una particolare lavorazione o produrre silicio con i nodi di processo più avanzati.
Le fabless (indicate in tabella con il simbolo FL), si dedicano esclusivamente alla progettazione dei propri circuiti integrati la cui produzione viene affidata a fonderie esterne.
Le foundry (indicate in tabella con la lettera F) si occupano esclusivamente del processo manifatturiero, ovvero di produrre semiconduttori per conto terzi, tipicamente per le fabless (ma anche per alcune IDM, come abbiamo visto).
Tra le IDM esiste una particolare categoria di aziende che produce quasi esclusivamente chip di memoria e che abbiamo indicato in tabella con la lettera M.
Naturalmente esistono società che operano in due o più campi. Ad esempio, Samsung progetta e produce i propri chip, ma dispone anche di una importante attività di fonderia a contratto; inoltre, tra i semiconduttori prodotti, le memorie rappresentano una fetta importantissima, al punto che Samsung risulta essere il primo produttore al mondo di questi dispositivi.
In questo elenco non abbiamo inserito quelle aziende che utilizzano i chip prodotti esclusivamente per consumo interno, come Apple o Bosch, principalmente perché è molto difficile determinare il valore della produzione dei semiconduttori.
Alcune società hanno anche delle attività marginali non legate direttamente alla produzione di chip. Queste attività non sono state scorporate ad eccezione dei casi di Qualcomm la cui vendita di royalties incide in misura significativa sul fatturato complessivo, e di Broadcom, che si occupa anche di infrastrutture di rete e del relativo software.
Tutti i valori sono espressi in milioni di dollari USA; per quanto riguarda il tasso di cambio utilizzato per le società che stilano i bilanci in valuta locale anziché in dollari, rimandiamo alla fine dell’articolo per alcune considerazioni riguardanti questo aspetto.
Diamo subito un’occhiata alla classifica delle venti società più importanti del settore. In realtà le aziende sono 21 in quanto all’ultimo posto troviamo ex-equo, con praticamente lo stesso fatturato, Global Foundries e Microchip Technology.
In tabella, oltre alle vendite del terzo trimestre 2021, riportiamo l’incremento percentuale rispetto al trimestre precedente (2Q21) e allo stesso trimestre di un anno fa (3Q20). Indichiamo anche l’utile netto conseguito nel terzo trimestre 2021 e la relativa percentuale rispetto alle entrate. Questo dato ci fornisce una indicazione immediata – anche se piuttosto grossolana – della redditività della società.
Prima in classifica si conferma Samsung che aumenta il suo vantaggio su Intel, seconda, grazie ad un balzo delle vendite di quasi il 16% e ad un calo delle entrate di Intel di circa 2 punti percentuali. Le entrate di Samsung sono cresciute in tutte le aree in cui opera il colosso sudcoreano, memorie, fonderia e progettazione e produzione di chip.
Il business dei semiconduttori rappresenta per Samsung l’area più redditizia con un utile netto di quasi 9 miliardi di dollari pari al 38,1% del fatturato: una redditività stellare. Complessivamente nel 3Q21, Samsung ha fatto registrare vendite per 65 miliardi di dollari circa con un utile di 14 miliardi.
Al secondo posto, come detto, troviamo Intel, che registra un calo di 2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente ed una crescita del 4,7% rispetto al trimestre di un anno fa. Continua ad essere molto alto l’utile, che nel trimestre ha raggiunto i 6,8 miliardi di dollari.
Al terzo posto con quasi 15 miliardi di dollari di entrate troviamo la taiwanese TSMC, la più importante foundry al mondo, che continua la sua lenta ma costante crescita, con un utile di tutto rispetto (nonostante gli ingenti investimenti in corso).
La seconda foundry in classifica è la taiwanese UMC (18^) con circa 2 miliardi di vendite mentre la statunitense Global Foundries (recentemente approdata alla borsa di New York) occupa la 20^ posizione con vendite per 1,7 miliardi. Non è entrata in classifica la cinese SMIC che ha fatturato nel trimestre 1,4 miliardi di dollari circa.
Tra i produttori di memorie (a parte Samsung in testa anche in questa speciale classifica), troviamo al quarto posto della classifica generale la sudcoreana SK hynix con vendite per oltre 10 miliardi di dollari, tallonata dalla statunitense Micron che occupa il quinto posto e che ha realizzato nel trimestre vendite per 8,2 miliardi di dollari. In 12^ posizione c’è il produttore di memorie giapponese Kioxia (ex Toshiba Memory) con vendite pari a 3,5 miliardi di dollari. SK Hynix e Micron confermano l’ottima reddittività, oltre ad un consistente balzo delle vendite rispetto ad un anno fa.
Da questo punto di vista, ovvero nel confronto tra le vendite dell’ultimo trimestre e quelle di un anno fa, gli incrementi maggiori sono stati messi a segno dalle tre fabless che occupano il 6°, 7° e 11° posto della classifica, ovvero da Qualcomm (+55,7%), NVIDIA (+50,2%) e AMD (+53,9%). Ottimo anche l’incremento delle vendite sequenziali (rispetto al trimestre precedente).
Per i motivi citati in precedenza, le vendite complessive di Qualcomm e di Broadcom sono state rispettivamente di 9,336 e 7,407 miliardi di dollari.
Al decimo posto della classifica troviamo Texas Instruments che, pur con modesti incrementi di fatturato, continua ad avere una elevatissima redditività, con utili netti che nel trimestre hanno raggiunto 1,947 miliardi di dollari, pari al 41,9% delle entrate.
Viaggiano appaiate le tre IDM europee Infineon (13^), STMicroelectronics (14^) e NXP Semiconductors (15^), con incrementi del fatturato simili e un discreto miglioramento dei margini. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, ovvero i margini, le percentuali delle aziende europee restano ancora molto distanti dalle società statunitensi.
La sedicesima posizione in classifica è occupata da Analog Devices che, per quanto riguarda le vendite, ha messo a segno un +53,2% rispetto all’anno scorso. La società ha appena concluso l’acquisizione di Maxim Integrated e si prepara ad un ulteriore balzo del fatturato. Non tragga in inganno il basso utile del periodo, legato proprio ai costi non ricorrenti dell’integrazione di Maxim.
Chiudiamo questa analisi con le considerazioni legate ai cambi applicati che sono i seguenti: 1 Dollaro USA = 0,869 Euro, 27,65 dollari Taiwan, 113 Yen e 1130 won.
Purtroppo, nel corso dell’anno il tasso di cambio varia in continuazione e risulta molto difficile applicare tassi differenti ai vari trimestri. La nostra scelta è stata quella di applicare un tasso medio ai dati di tutto l’anno: una scelta che presenta vantaggi e svantaggi ma che a nostro avviso consente di avere un quadro d’insieme più preciso.