L’agenzia sostiene che l’accordo infrange le leggi sulla concorrenza dando a NVIDIA il controllo su una tecnologia di cui le aziende concorrenti hanno bisogno per sviluppare i loro chip.
È l’ultima, pesante, grana sul tentativo di acquisizione di Arm Holdings da parte di NVIDIA, un’iniziativa che sin dall’inizio è stata osteggiata da molti.
Ieri la Federal Trade Commission americana ha intentato una causa nei confronti di NVIDIA per violazione delle leggi antitrust a seguito della proposta di acquisto per 40 miliardi di dollari – annunciata nel settembre 2020 – della società britannica di progettazione Arm Holdings attualmente posseduta al 100% dalla giapponese SoftBank, una delle più grandi società di investimenti al mondo.
Arm, con sede a Cambridge, in UK, non produce chip o dispositivi finiti, ma crea e concede in licenza progetti e architetture di microprocessori ad altre società tecnologiche. Attualmente Arm ha accordi di licenza con il 90% delle aziende di semiconduttori al mondo, non privilegiando alcun soggetto; spesso l’atteggiamento di Arm viene paragonato a quello della Svizzera sullo scacchiere geopolitico mondiale, un Paese neutrale che non ha rapporti privilegiati con nessuna altra nazione.
“La FTC ha intentato questa azione per bloccare la più grande fusione della storia dei semiconduttori al fine di impedire a un protagonista del mercato dei chip di soffocare la pipeline dell’innovazione per le tecnologie di prossima generazione“, ha affermato in un comunicato stampa Holly Vedova, direttore del Bureau of Competition della Commissione.
“Questo accordo distorcerebbe la presenza di Arm nei mercati dei chip e consentirebbe all’azienda combinata di condizionare ingiustamente i rivali di Nvidia“, ha affermato.
La FTC sostiene che i licenziatari di Arm, compresi i rivali di NVIDIA, “condividano regolarmente informazioni sensibili in termini di concorrenza con Arm“. È probabile che l’accordo riduca l’incentivo per Arm a perseguire innovazioni che considera in conflitto con gli interessi commerciali della nuova società, sostiene il comunicato.
La Commissione, attualmente composta da due democratici e due repubblicani, ha votato all’unanimità per intentare la causa nei confronti di NVIDIA; dal giugno di quest’anno la Commissione è guidata da Lina Khan, una progressista nominata dal presidente Biden. Il processo dovrebbe iniziare il 9 agosto 2022.
NVIDIA ha difeso l’accordo, affermando che investirà nella ricerca e nello sviluppo di Arm e amplierà la sua offerta di prodotti “in modi che aumentino la concorrenza e si creino maggiori opportunità per tutti i licenziatari di Arm“. Ha anche affermato di essere impegnato a preservare il modello di licenza aperta di Arm, garantendo che la proprietà intellettuale rimanga a disposizione di tutte le parti interessate, anche dei rivali di Nvidia.
L’iniziativa della FTC non è la prima a mettere sotto la lente l’accordo NVIDIA-Arm: nei mesi scorsi gli enti regolatori di Gran Bretagna, Unione Europea e Cina hanno aperto dei dossier sul tentativo di acquisizione.
L’Ente antitrust britannico ha in corso un’indagine che dovrebbe concludersi a maggio e che riguarda sia i problemi relativi alla concorrenza che le implicazioni legate alla sicurezza nazionale.
Anche le autorità dell’Unione Europea e della Cina hanno aperto un’indagine a ottobre per verificare le conseguenze sulla libera concorrenza dell’accordo Nvidia-Arm.
Non è la prima volta che gli enti regolatori bloccano un’acquisizione tra aziende del settore dei semiconduttori. Nel 2018 le autorità americane hanno impedito il tentativo di Broadcom di comprare Qualcomm per 117 miliardi mentre lo stesso anno le autorità cinesi hanno bloccato il tentativo di Qualcomm di acquisire NXP Semiconductors per 44 miliardi di dollari.