Christian Reinwald, Head of Product Management & Marketing and Member of the Management Board di reichelt elektronik, uno dei più grandi distributori online di elettronica e tecnologie IT in Europa, riflette sull’improbabilità che la penuria di chip elettronici e semiconduttori possa migliorare o evolversi nell’arco dei prossimi 6-12 mesi e fornisce alcune potenziali strategie da adottare per arginarne gli impatti sulla produzione.
Tra le conseguenze della pandemia scoppiata oltre un anno fa, infatti, vi è una forte carenza di chip elettronici e semiconduttori che sta impattando i livelli di produzione dell’intero mondo industriale, oltre che di molti altri settori, e paralizzando un elevato numero di aziende da ormai molti mesi. Le ragioni sono molteplici: i ritardi e le interruzioni delle catene di approvvigionamento, l’aumento della domanda di dispositivi elettronici, la diminuzione della produzione di chip nel continente asiatico, la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina sono solo alcune di queste. Tuttavia, anche le aziende hanno la loro parte di responsabilità, fonte di un’inadeguata gestione degli ordini nel 2020 che ha portato ad una diminuzione delle scorte.
Attualmente, le catene di approvvigionamento non sono coordinate. La produzione è stata ridotta in molti siti, in parte adattandosi alle strategie di panificazione preventive di numerosi clienti che hanno portato i produttori ad accettare più ordini, per esempio nel settore dell’elettronica di consumo, dove la domanda è aumentata in modo significativo. Per le aziende la cui produzione dipende da componenti provenienti dall’estero, si tratta solo di trovare il giusto equilibrio. Considerando che i componenti come i semiconduttori passano spesso attraverso un processo complesso, caratterizzato da molte fasi, è necessario prevedere l’insorgere di criticità o problematiche in diversi punti lungo l’intera catena di approvvigionamento. In questo modo, le aziende devono mantenere alto il loro livello di flessibilità, adattarsi e diventare più abili nell’affrontare situazioni impreviste.
Per i prossimi 6-12 mesi è opportuno concentrarsi sull’aumento delle scorte di sicurezza, così da arginare – o addirittura evitare – eventuali perdite o ritardi nella produzione. Ne è un esempio proprio il caso di reichelt elektronik che, grazie ad una risposta rapida e all’aumento dello stock a magazzino sin da marzo 2020, è riuscita ad arginare gli effetti della crisi, registrando addirittura una crescita sul segmento dei componenti in netto contrasto rispetto all’andamento del settore. Grazie ad una consolidata rete di fornitori nel segmento di componenti in edizione limitata, siamo riusciti a compensare possibili congestioni o rallentamenti. Reichelt elektronik si avvale di un sistema sofisticato e completamente digitalizzato per l’acquisto di beni, oltre ad appoggiarsi ad una vasta rete di fornitori che consente all’azienda di comprare i beni a prezzi vantaggiosi. L’insieme di questi elementi ha permesso all’azienda di offrire componenti rari ad un prezzo competitivo.
Verso un’alleanza europea?
La produzione dei chip è ormai una questione con una forte importanza strategica per l’intera stabilità geopolitica del pianeta e anche l’Europa intende recuperare il terreno perduto in questo settore. L’iniziativa europea IPCEI (Importante Progetto di Interesse Comune Europeo) sembra essere un primo passo importante verso questa direzione, con cui l’UE punta a raddoppiare al 20% la produzione globale entro il 2030. Ovviamente non vi è alcun dubbio che lo sviluppo di queste tecnologie e la loro operabilità all’interno delle aziende necessiti di tempo e di investimenti, ma dalla sinergia tra know-how, ricerca di base, sviluppo e infrastrutture, non vi è alcun motivo per dubitare che l’Europa possa diventare un player importante in tale ambito e contribuire alla ripresa della produzione dei semiconduttori.