venerdì, Novembre 22, 2024
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TSMC investirà 100 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per fare fronte alla forte richiesta di semiconduttori

Dopo aver programmato di investire quest’anno 28 miliardi di dollari per nuovi impianti e per il potenziamento di quelli esistenti, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (TSMC) – la più grande foundry al mondo – ha annunciato che investirà altri 100 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per aumentare la propria capacità produttiva.

Lo ha messo nero su bianco C.C. Wei, il CEO di TSMC, in una lettera inviata ai principali Clienti con la quale comunicava anche che TSMC avrebbe sospeso tutti gli sconti concessi a partire dal 31 dicembre di quest’anno.

Wei chiede ai Clienti di accettare prezzi più alti per fare fronte, con gli investimenti annunciati, a un “aumento strutturale e fondamentale” della domanda di chip.

Stiamo assistendo a un aumento strutturale e fondamentale della domanda guidata dai principali megatrend di crescita a lungo termine tra cui 5G e HPC“, ha scritto Wei nella lettera.

La pandemia Covid-19 ha anche trasformato l’economia globale, cambiando il modo in cui le persone lavorano, apprendono e vivono, ha aggiunto il CEO. Wei ha detto ai clienti che TSMC “sospenderà le riduzioni dei prezzi dei wafer a partire dal 31 dicembre” per quattro trimestri.

Riteniamo che questa modesta azione sia l’opzione meno dirompente per le catene di approvvigionamento in modo che TSMC possa realizzare la nostra missione di fornire tecnologie di semiconduttori all’avanguardia e capacità di produzione in modo sostenibile“, si legge ancora nella lettera.

La sospensione delle riduzioni dei prezzi è una decisione che va controcorrente quando prende il via la produzione su larga scala di un modello di chip e questa prosegue senza intoppi, di solito la fonderia concede degli sconti sui lotti successivi o sugli incrementi di volumi.

TSMC fornisce quasi tutte le principali aziende di semiconduttori al mondo, incluse Apple, Qualcomm e Nvidia, e insieme ad altri fornitori a contratto taiwanesi come UMC e Powerchip svolge un ruolo centrale nella catena di fornitura globale dei semiconduttori.

Tutte le fonderie a contratto hanno accettato di venire incontro alle richieste giunte da più parti di uno sforzo straordinario per incrementare le proprie capacità produttive per attenuare la carenza globale di chip che, dall’industria automobilistica, si è estesa all’elettronica di consumo, ai computer industriali e alle apparecchiature di rete.

Wei ha affermato che la sua azienda ha già iniziato ad assumere migliaia di nuovi dipendenti ed ha avviato un piano di espansione sia all’estero che a Taiwan dove sta per essere ultimato a Tainan, nel sud dell’isola, il nuovo stabilimento con tecnologia a 3 nm.

Negli Stati Uniti, in Arizona, la società sta realizzando, con un investimento di 12 miliardi di dollari, un nuovo stabilimento con linee produttive a 5 nm; in Cina l’azienda possiede uno stabilimento a Nanchino (Fab 16) e uno a Shanghai (Fab 10).

Negli ultimi 12 mesi gli impianti di TSMC hanno funzionate al 100% della capacità e nonostante ciò l’azienda non è stata in grado di soddisfare le richieste.

La maggiore capacità migliorerà la certezza dell’offerta e aiuterà a proteggere le complesse catene di approvvigionamento globali che si basano sui semiconduttori“, ha affermato. “Chiediamo la vostra pazienza mentre acceleriamo la costruzione di nuovi impianti e incrementiamo la capacità.”

Intel, rivale e cliente di TSMC, ha recentemente dichiarato che rientrerà nel business della produzione di chip a contratto e che investirà in due nuovi impianti in Arizona mentre il governo degli Stati Uniti stanzierà 50 miliardi di dollari per potenziare l’industria dei semiconduttori e recuperare il terreno perso. Anche Europa, Giappone e Cina stanno pianificando o hanno già in corso consistenti investimenti per acquisire maggior autonomia e ridurre la dipendenza dai big del settore (sostanzialmente TSMC, Samsung e le altre foundry di questi due paesi).

Per quanto riguarda questa corsa all’autarchia, il Presidente di TSMC Mark Liu ha affermato che è “economicamente irrealistico” che tutti i grandi paesi cerchino di diventare completamente o parzialmente autosufficienti, avvertendo che ciò potrebbe rendere non più redditizia la produzione di semiconduttori.

Sono le stesse conclusioni paventate dal report diffuso recentemente da SIA e da Boston Consulting Group (BCG): ridurre la vulnerabilità della catena di fornitura globale dei semiconduttori può essere molto costoso per gli Stati e può produrre un aumento dei costi dei semiconduttori. I prezzi bassi e l’innovazione spinta è il frutto dell’attuale modello produttivo globalizzato che sfrutta al meglio la specializzazione geografica.

Mark Liu ha affermato che la disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina, così come l’accelerazione della trasformazione digitale dovuta al COVID-19, hanno portato all’attuale carenza di semiconduttori.

Vediamo un aumento fondamentale della domanda di chip indotto dalla trasformazione digitale spinta dalla pandemia e dai megatrend 5G e AI. TSMC sarà in grado e avrà le risorse finanziarie per costruire capacità aggiuntiva per soddisfare il crescente bisogno di semiconduttori” ha affermato Liu. “Per stare al passo con la domanda, TSMC prevede di investire 100 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per aumentare la capacità di supportare la produzione e la ricerca e sviluppo di tecnologie avanzate per i semiconduttori. TSMC sta lavorando a stretto contatto con i nostri clienti per soddisfare le loro esigenze in modo sostenibile.”