Anche questo mese si è ampliato la forchetta tra domanda e offerta per i chip di memoria più utilizzati nel settore consumer, spingendo all’insù le quotazioni. A marzo il prezzo di riferimento per le DRAM DDR4 da 4 gigabit è cresciuto a 2,68 dollari sul mercato spot e a 2,40 dollari per gli ordini a programma, in aumento entrambi del 10% rispetto a febbraio. I prezzi sul mercato spot sono aumentati addirittura del 60% dall’inizio dell’anno.
La domanda resta ancora molto forte, specie nel settore dei prodotti elettronici di consumo, con molti produttori di stampanti, PC industriali e prodotti medicali che non riescono a mantenere attiva la produzione a causa della carenza di memorie, e con molte aziende, anche importanti, che si sono rivolte proprio al mercato spot che di solito rappresenta non più del 10% del mercato complessivo.
Si prevede che i prezzi delle DRAM continueranno ad aumentare perché è improbabile che la carenza venga risolta in breve tempo, in considerazione del fatto che tutte le fabbriche di semiconduttori globali lavorano già al 100% delle loro capacità produttive.
In parte questa carenza di chip è dovuta anche al boicottaggio americano nei confronti delle aziende di semiconduttori cinesi; non che questi chip vengano prodotti con tecnologie di ultima o ultimissima generazione che sono il vero obiettivo delle sanzioni statunitensi. Semplicemente i meccanismi di controllo adottati dalle autorità americane hanno allungato i tempi per l’approvazione delle richieste di esportazione di tutti gli impianti e materiali necessari per la fabbricazione di semiconduttori, con un coinvolgimento anche dei prodotti destinati ad alimentare gli impianti con processi standard da 20 nm e oltre.
Alcuni mercati, come ad esempio quello delle stampanti domestiche, hanno visto raddoppiare gli ordini a causa delle persone costrette a lavorare da casa, con i produttori di chip che non sono stati in grado di fare fronte all’improvvisa richiesta di memorie.
L’aumento dei prezzi delle DRAM riflette appunto questo squilibrio tra domanda e offerta come effetto della pandemia COVID-19.
Gli esperti prevedono che la situazione rimarrà critica almeno fino a questa estate, con i prezzi che potrebbero aumentare ancora; altri prevedono che la carenza di memorie si protrarrà per tutto l’anno. Un conversione dei processi produttivi in questo settore richiede infatti dai 3 ai 6 mesi, e non è detto che i produttori privilegino questo mercato vista la fortissima pressione dell’industria automobilistica sui fabbricanti di chip per ottenere un incremento della produzione di semiconduttori da destinare all’industria dell’auto.