lunedì, Novembre 25, 2024
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Intel perde nell’ultimo trimestre quasi tre miliardi di dollari: ne aveva guadagnati otto un anno fa

La peggior trimestrale di sempre di Intel rischia di mandare all’aria i piani di sviluppo dell’azienda californiana che sarà costretta a tagliare ulteriormente personale e investimenti. Eppure i mercati premiano il titolo che nell’after-hours guadagna circa 3 punti.

Intel ha presentato ieri sera, a mercati chiusi, i risultati finanziari del primo trimestre del 2023 che hanno evidenziato un vero e proprio tracollo per l’azienda californiana: rispetto ad un anno fa, le vendite sono scese del 36% a 11,7 miliardi di dollari, il margine lordo è crollato dal 50,4% al 34,2% e l’utile netto di 8,1 miliardi di un anno fa si è trasformato in una perdita di ben 2,8 miliardi di dollari, la più alta di sempre per un trimestre. Infine, l’EPS ha evidenziato una perdita di 0,66 dollari per azione contro un utile di 1,98 dollari.

E per il prossimo trimestre le previsioni non sono per nulla positive: le richieste di processori per PC dovrebbero mantenersi ancora molto deboli, con ricavi previsti nella forchetta 11,5 – 12,5 miliardi di dollari con un EPS ancora in perdita, a quota 0,62 dollari per azione.

Le ingenti perdite, seppure di poco, sono state meno catastrofiche di quanto atteso dagli analisti, e per questo motivo il titolo ieri sera ha registrato un rialzo di circa tre punti percentuali nelle contrattazioni after-hours.

Il calo delle vendite ha colpito tutti i mercati finali di Intel con l’eccezione del settore automobilistico. Particolarmente pesante è stato il calo del settore dei processori per data center che ha fatto segnare un -39%.

Abbiamo ottenuto solidi risultati nel primo trimestre, che rappresentano un progresso costante nella nostra trasformazione“, ha affermato Pat Gelsinger, CEO di Intel. “Abbiamo raggiunto i traguardi chiave dell’esecuzione nella roadmap dei nostri prodotti per data center e dimostrato lo stato di salute della tecnologia di processo che lo sostiene. Pur rimanendo cauti sulle prospettive macroeconomiche, ci concentriamo su ciò che possiamo controllare nell’ambito del nostro programma IDM 2.0: guidare un’esecuzione coerente attraverso le roadmap di processo e di prodotto e far progredire la nostra attività di fonderia per posizionarci al meglio per capitalizzare l’opportunità di mercato da un trilione di dollari che ci aspetta“.

David Zinsner, CFO di Intel, ha dichiarato: “Abbiamo superato le nostre aspettative del primo trimestre in termini di ricavi e profitti, e continuiamo ad essere coerenti sulla gestione delle spese come parte del nostro impegno a promuovere l’efficienza e il risparmio sui costi. Allo stesso tempo, stiamo dando la priorità agli investimenti necessari per portare avanti la nostra strategia e stabilire un modello di fonderia interno, uno dei passi più importanti che stiamo intraprendendo per realizzare IDM 2.0”.

Questi i dati più significativi del primo trimestre 2023:

Il flusso di cassa operativo nel primo trimestre è stato negativo per 1,8 miliardi con le spese in conto capitale che sono ammontate a 7 miliardi di dollari per un free cash flow rettificato negativo di 8,8 miliardi di dollari.

Il nostro bilancio rimane solido con saldi di cassa e investimenti superiori a 27 miliardi di dollari e un solido profilo investment grade”, ha affermato David Zinsner durante la Conference Call, con gli analisti.

Nonostante il primo trimestre in forte perdita, Intel ha pagato nel periodo dividendi per 1,5 miliardi di dollari.

Ai già annunciati tagli di costi di 3 miliardi per il 2023 e di 8-10 miliardi fino al 2025, a partire da gennaio 2023, Intel ha modificato la vita utile stimata di alcuni macchinari e apparecchiature di produzione da cinque a otto anni. Ciò comporterà una riduzione delle spese di ammortamento totali nel 2023 di 4,1 miliardi di dollari. Questo cambiamento si tradurrà in un aumento di circa 2,3 miliardi di dollari del margine lordo, una diminuzione di 400 milioni nelle spese di ricerca e sviluppo e una diminuzione di 1,4 miliardi nei valori finali del magazzino.

La seguente tabella riassume i ricavi dei mercati finali di Intel:

Ad eccezione del business Mobileye, cresciuto del 16% a quota 458 milioni, tutti gli altri comparti presentano cali da brivido: la perdita del comparto CCG, ovvero i processori per PC, è del 38% con ricavi a 5,8 miliardi mentre il business DCAI, ovvero i processori per cloud e AI, segna un calo del 39% a quota 3,7 miliardi. Anche il comparto Network and Edge perde il 16%, a quota 1,5 miliardi. Non decolla neppure il business della fonderia che contribuisce con appena 118 milioni ai conti della società, addirittura il 24% in meno rispetto al primo trimestre di un anno fa.

Per quanto riguarda il prossimo trimestre, Intel non prevede una ripresa significativa della domanda e fornisce indicazioni simili a quelle del primo trimestre:

Addirittura, il margine lordo scende al 33,2% mentre l’EPS risulta di 0,62 dollari con un leggero miglioramento rispetto al Q1 2023.

Durante la Conference Call che ha fatto seguito alla diffusione dei risultati, Pat Gelsinger si è detto cautamente ottimista per il mercato dei processori per PC che sta trovando il suo equilibrio, mentre il mercato dei prodotti per cloud e AI presenta ancora una forte incertezza: “Mentre il settore continua a navigare attraverso molteplici sfide globali e venti contrari, rimaniamo cauti sulle prospettive macro, anche se prevediamo una modesta ripresa nella seconda metà dell’anno. Stiamo assistendo a una crescente stabilità nel mercato dei PC con le correzioni dell’inventario che procedono in gran parte come previsto.

Tuttavia, i mercati dei server e delle reti devono ancora raggiungere il loro fondo poiché Cloud ed Enterprise rimangono deboli. Di conseguenza, la nostra guida alle entrate del secondo trimestre incorpora continue correzioni dell’inventario nei nostri mercati principali e una gamma di crescita normale o migliore rispetto ai bassi livelli di entrate del primo trimestre.

Nonostante i pessimi risultati, le azioni di Intel hanno guadagnato 3 punti circa del mercato after hours.

Il titolo Intel è passato da una quotazione attorno ai 50 dollari a circa 30 dollari nei primi nove mesi del 2022, per poi mantenersi su questi valori negli ultimi 6 mesi.

Con la reazione di oggi, evidentemente i mercati ritengono che la società abbia toccato il punto più basso della sua parabola discendente.

In ogni caso, bisogna avere i nervi ben saldi per investire in una società che perde 2-3 miliardi al trimestre e che non si sa quando e se ritornerà agli splendori di un tempo.