venerdì, Novembre 22, 2024
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STMicroelectronics scivola in borsa dopo l’annuncio di Tesla di voler razionalizzare la catena di approvvigionamento per ridurre i costi

Durante l’Investor Day 2023, Tesla annuncia numerose iniziative per ridurre i costi dei propri veicoli elettrici tra cui la riduzione del 75% dell’impiego del carburo di silicio.

Si è svolto ieri sera a San Francisco (questa notte in Italia), l’annuale Investor Day di Tesla durante il quale, il patron della società Elon Musk, accompagnato da una nutrita schiera di ingegneri, ha parlato dei piani futuri di Tesla, che prevede di produrre 20 milioni di veicoli entro il 2030 a partire dalla produzione di 2 milioni di veicoli di quest’anno.

Per riuscire in ciò, Tesla intende aumentare la gamma dei veicoli prodotti, introducendo nuovi modelli di fascia più economica e migliorando l’efficienza dei processi produttivi.

Tesla ha già ridotto i prezzi dei modelli in produzione, sia per combattere la concorrenza, non solo cinese, sia perché l’adozione di innovativi processi produttivi ha già consentito un abbattimento dei costi.

Ma la società intende andare oltre, riconsiderando tutti i processi produttivi e l’attuale catena di approvvigionamento.

Per quanto riguarda in particolare l’elettronica di controllo della trazione (software, elaborazione e unità di potenza), durante la sua presentazione, Colin Campbell, responsabile Powertrain di Tesla, ha descritto i risultati fin qui conseguiti e quelli che la società intende raggiungere.

Ad esempio, dal 2017 al 2022 il miglioramento dei processi produttivi della Tesla 3 ha portato ad una riduzione del 20% del peso del powertrain, del 25% dell’utilizzo delle terre rare, oltre ad una significativa riduzione del costo (65%) e delle dimensioni (75%) degli impianti.

Tesla, oltre a progettare le vetture, progetta l’intera fabbrica dove le vetture vengono prodotte. Per il futuro, l’azienda intende ulteriormente incrementare le attività in-house, impiegando piccoli e agili team formati da tutti gli ingegneri coinvolti nella progettazione (meccanici, chimici, elettronici, programmatori e ingegneri dell’automazione).

Sempre più software sarà progettato all’interno, così come ancora più personalizzato sarà l’hardware dei microcontrollori e il package dei componenti di potenza.

Il carburo di silicio è, secondo Campbell, un materiale eccezionale ma ancora costoso e difficilmente scalabile. L’intenzione di Tesla è quella di ridurre del 75% l’impiego del carburo di silicio e ridurre nel contempo del 50% l’impatto ambientale, con una riduzione dei costi del powertrain di almeno 1.000 dollari a vettura.

Non è ben chiaro come Tesla intenda ridurre l’impiego del carburo di silicio del 75% nei nuovi modelli; sicuramente l’aumento dei volumi, l’ottimizzazione dei package e, principalmente, la scalabilità dei dispositivi, porterà ad un calo dei costi per il produttore californiano.

Sta di fatto che questa mattina alla borsa di Milano, STMicroelectronics – il principale fornitore di dispositivi al carburo di silicio di Tesla – ha perso il 6% circa, con le azioni che sono scivolate a 45,9 euro.

Una reazione poco comprensibile dal momento che, anche prendendo per vere tutte le ipotesi di Tesla, una riduzione del 75% delle forniture di SiC con un aumento di 10 volte dei volumi da qui al 2030 (da 2 milioni a 20 milioni di vetture), rappresenta pur sempre un incremento di 2,5 volte delle forniture complessive di prodotti al carburo di silicio entro il 2030.