venerdì, Novembre 22, 2024
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L’indebolimento dell’economia globale colpisce anche Samsung: crolla del 69% l’utile e del 9% il fatturato

Le prime stime sui risultati finanziari dell’ultimo trimestre del 2022 diffuse ieri da Samsung segnalano che il calo delle vendite di memorie e smartphone ha avuto un impatto fortissimo sui conti del colosso sudcoreano. E nel primo trimestre del 2023 andrà ancora peggio. Intanto sarebbero ripresi i colloqui tra Western Digital e Kioxia per arrivare ad una fusione tra le due società. 

Se ne saprà di più il 31 gennaio quando la società diffonderà il bilancio dettagliato del trimestre; al momento, sulla base delle anticipazioni diffuse ieri, sarà il trimestre con l’utile più basso degli ultimi 8 anni.

Secondo il breve comunicato della società, nel quarto trimestre le vendite complessive hanno raggiunto i 70 trilioni di won (54,8 miliardi di dollari) mentre l’utile è sceso a 4,3 trilioni di won (3,37 miliardi di dollari) in calo del 69% rispetto ai 13,87 trilioni di won di un anno fa. Bisognerà attendere i dati definitivi per capire quanto abbiano influito su questo risultato i vari settori di attività di Samsung, ovvero la vendita di smartphone e prodotti consumer, la produzione di memorie e le attività di fonderia a contratto che, in ogni caso, sono tutte in calo.

L’utile è stato significativamente più basso anche rispetto alle stime degli analisti che prevedevano profitti per 5,9 miliardi di won e che ritengono che nel primo trimestre 2023 i conti di Samsung peggioreranno ulteriormente.

Per l’intero 2022, Samsung si aspetta profitti in calo del 16% a 43,4 trilioni di won (34,0 miliardi di dollari) mentre il fatturato è visto in crescita del 7,9% a 301.8 trilioni di won (236,5 miliardi di dollari).

Il calo di vendite e profitti ha dunque colpito, sebbene con un trimestre di ritardo, anche il gigante sudcoreano, dopo aver falcidiato i conti degli altri produttori globali di memorie.

L’anno scorso la fine della pandemia e del lavoro da remoto accompagnato dall’aumento del costo della vita hanno provocato un forte calo delle vendite di PC e smartphone e di conseguenza anche di processori e memorie; queste ultime, soprattutto, ha visto cali significativi dei quantitativi e dei prezzi. Per fare ritornare i conti in ordine, le società del settore, oltre a rallentare gli investimenti e tagliare i costi, hanno iniziato a ridurre i quantitativi prodotti. Ci vorrà tuttavia del tempo prima che questa strategia abbia effetto, in quanto i processi produttivi dei chip hanno una durata compresa tra 3 e 6 mesi. Si prevede che da questo punto di vista l’equilibrio tra domanda ed offerta potrà tornare in equilibrio non prima del secondo/terzo trimestre del 2023. Nel frattempo, però, i margini caleranno drammaticamente, dal momento che le spese fisse (soprattutto gli impianti) resteranno uguali.

È esattamente l’effetto contrario di quanto è avvenuto nel momento di massima richiesta di chip, che ha portato ad un tasso di utilizzo degli impianti del 100% facendo schizzare i margini, un fenomeno che continua nei settori non ancora investiti dal rallentamento globale dell’economia, come quello dell’automotive.

Al contrario degli altri produttori di chip di memoria, Samsung non ha annunciato ufficialmente una riduzione delle attività di produzione né degli investimenti, anche se gli analisti ritengono che tutto ciò stia sicuramente in atto.

La diffusione dei dati da parte della società non ha prodotto effetti sulla quotazione del titolo Samsung che, anzi, ha chiuso ieri in rialzo dell’1,4%. Nel 2022 il titolo ha perso circa il 30% mentre nella prima settimana del 2023, in linea con gli altri indici tecnologici globali, le azioni di Samsung hanno guadagnato oltre il 5%.

Il momento critico del settore dei chip di memoria potrebbe spingendo verso un ulteriore consolidamento di mercato, in particolare alla fusione tra Western Digital e Kioxia che da tempo hanno in atto una stretta collaborazione. Secondo indiscrezioni raccolte da Bloomberg, i colloqui tra le due società finalizzati ad una fusione in un’unica società quotata in borsa sarebbero ripresi recentemente.

Che sia il primo accordo di M&A del 2023?