giovedì, Novembre 21, 2024
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Tata Group stanzia 90 miliardi di dollari per avviare la produzione di semiconduttori in India

Tata Group, uno dei più grandi conglomerati indiani, ha annunciato l’intenzione di iniziare a produrre semiconduttori all’interno del paese nei prossimi anni.

In un’intervista a Nikkei Asia, il presidente di Tata Sons Natarajan Chandrasekaran ha rivelato che il gruppo ha in programma di lanciare nuove attività in settori emergenti tra cui i semiconduttori.

Abbiamo creato Tata Electronics, per iniziare un’attività di test e assemblaggio di semiconduttori“, ha affermato Chandrasekaran a Nikkei Asia .

Ha anche menzionato la possibilità di collaborare con le altre iniziative in corso in questo settore e di lanciare anche un’attività di front-end, molto più impegnativa sia dal punto di vista tecnologico che dell’investimento finanziario, rispetto all’attività di back-end annunciata.

L’iniziativa di Tata arriva in un momento in cui la domanda di prodotti che utilizzano un numero elevato di semiconduttori, come la produzione di smartphone e veicoli elettrici, si sta rapidamente diffondendo in India.

Secondo l’India Electronics and Semiconductor Association, il mercato indiano dei semiconduttori dovrebbe più che raddoppiare tra il 2021 e il 2026 raggiungendo i 64 miliardi di dollari.

La carenza globale di chip e le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina stanno portando i principali produttori di chip a diversificare le filiere produttive, attualmente concentrate nell’Asia orientale e sudorientale.

Sia Tata che il governo indiano stanno cercando di trarre vantaggio da questo cambiamento per trasformare l’India in un nuovo hub per la tecnologia dei semiconduttori. Il passaggio di Tata alla produzione di chip aprirà nuove strade per l’India, che non ha praticamente alcuna industria dei semiconduttori, a parte la progettazione basata su software.

Il presidente di Tata Group ha rivelato che l’azienda nel suo insieme prevede di investire 90 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Oltre ai semiconduttori, il presidente ha affermato che la società sta avviando nuove attività come la produzione di veicoli elettrici e batterie per veicoli elettrici, la produzione di energia rinnovabile e lo sviluppo di “super app” che consentono agli utenti di acquistare beni e servizi tramite smartphone, dai generi alimentari ai prodotti finanziari.

A settembre era stato annunciato un altro importante accordo per portare la produzione di semiconduttori in India: la taiwanese Foxconn (che produce gli smartphone di Apple) e il gruppo indiano Vedanta (attivo nella produzione di metalli) avevano firmato un accordo del valore di 19,5 miliardi di dollari per avviare un progetto per la produzione di semiconduttori e display nel Gujarat, sostenuto dal governo centrale con sussidi in conto capitale e dallo stato del Gujarat con agevolazioni sulla fornitura di energia elettrica.

Il primo ministro del Gujarat, Bhupendrabhai Patel, ha affermato che l’impresa creerà più di 100.000 posti di lavoro e che lo stato è pronto a estendere qualsiasi sostegno al progetto, che ha vinto in una gara serrata con lo stato più ricco dell’India, il Maharasht.

Il governo centrale indiano, che aveva presentato un piano di incentivi di 10 miliardi di dollari per favorire la nascita di un’industria nazionale dei semiconduttori ha affermato che, se necessario, amplierà ulteriormente gli stanziamenti.

Vedanta è la terza azienda ad annunciare l’ubicazione di un impianto di chip in India dopo il consorzio internazionale ISMC (di cui fa parte Tower Semiconductor) che intende investire sino a 3 miliardi di dollari in un impianto nello stato indiano del Karnataka meridionale e IGSS Ventures, con sede a Singapore, che realizzerà un nuovo impianto nel parco tecnologico di Tamil Nadu.

L’arrivo sulla scena mondiale dei semiconduttori di una nazione in forte crescita come l’India, che potrebbe diventare anche un mercato finale di grande importanza, oltre che un hub manifatturiero, accelera quella trasformazione della catena di approvvigionamento globale messa in moto dai provvedimenti legislativi di USA, Europa e Giappone, e che ha segnato questa settimana un importante traguardo con l’inaugurazione del primo fab di TSMC negli Stati Uniti e con l’annuncio di un secondo impianto ancora più avanzato per un investimento complessivo di 40 miliardi di dollari.