venerdì, Novembre 22, 2024
HomeAZIENDEAttualitàMorris Chang conferma che TSMC porterà la tecnologia a 3 nm in...

Morris Chang conferma che TSMC porterà la tecnologia a 3 nm in Arizona

Di ritorno dal suo viaggio al vertice APEC (Asia Pacific Economic Cooperation) a Bangkok in qualità di rappresentante di Taiwan, il fondatore di TSMC ha confermato che TSMC realizzerà un impianto da 3 nm negli Stati Uniti.

Di ritorno dal vertice APEC di Bangkok al quale ha partecipato in qualità di inviato di Taiwan, il novantunenne Morris Chang, fondatore di Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha illustrato i risultati della missione ed ha risposto alle domande dei giornalisti.

Tra queste, la conferma dell’intenzione di TSMC di aprire un secondo stabilimento negli Stati Uniti per la produzione di chip ancora più avanzati, con nodo di processo a 3 nm.

Morris Chang ha spiegato che questa possibilità è allo studio ma che i piani non sono ancora del tutto finalizzati.

Si tratta della prima conferma alle voci circolate la settimana scorsa che davano per probabile questa nuova iniziativa di TSMC sul suolo statunitense per un investimento di circa 12 miliardi di dollari, voci che la società non ha mai confermato né smentito.

Probabilmente questo è stato uno degli argomenti principali dell’incontro che Morris Chang ha avuto con Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, e con altri funzionari americani. Chang ha anche incontrato rappresentati di Giappone e Singapore con i quali TSMC ha in corso progetti comuni per la costruzione di nuovi impianti produttivi.

Morris Chang ha anche incontrato brevemente il presidente cinese Xi Jinping al quale ha fatto le congratulazioni per la sua rielezione; da parte sua, Xi Jinping si è informato sulle condizioni di salute dell’anziano fondatore di TSMC.

Pur non ricoprendo alcuna carica ufficiale nel governo di Taiwan, è questa la prima volta – dalla crisi di agosto seguita alla visita a Taiwan di Nancy Peolosi – che Xi Jinping incontra un così importante esponente taiwanese, di quell’isola che il governo di Pechino considera parte integrante del proprio territorio e che intende riportare – non escludendo l’uso della forza – sotto il proprio controllo.