Dopo la pessima trimestrale e l’annuncio di un taglio agli investimenti, Micron riceverà 320 milioni di dollari di sovvenzioni dal governo giapponese per l’ampliamento della sua fabbrica di Yokohama mentre, sempre in Giappone, Kioxia annuncia un taglio alla produzione di memorie a causa del calo della domanda. Nel frattempo viene “dimissionato” il CEO di YMTC, la principale azienda cinese di memorie.
Ancora una volta, la settimana appena terminata è stata caratterizzata da numerose notizie che hanno riguardato il settore delle memorie.
La più importante, della quale ci siamo già occupati, riguarda il rilascio della trimestrale di Micron Technology relativa al periodo giugno-agosto 2022 che ha evidenziato un brusco calo delle vendite e di tutti gli indici di bilancio; ancor più negativa è la previsione per il trimestre in corso e per quelli successivi. Nel Q1 2023 (settembre-novembre 2022), l’azienda prevede un calo delle vendite del 45% e l’azzeramento dell’utile. Per riequilibrare i conti, Micron Technology ha deciso di rimandare molti degli investimenti in corso, riducendo le spese in conto capitale del 50%, una decisione che va nella direzione opposta rispetto ai recenti annunci di espansione della capacità produttiva negli Stati Uniti, sostenute dai fondi del CHIPS and Science Act, legge approvata ad agosto dall’amministrazione Biden. Le nuove iniziative e gli investimenti verranno rallentati ma non annullati, fa sapere la società. E tra le nuove iniziative c’è anche l’ampliamento della fabbrica giapponese di DRAM di Hiroshima di Micron Technology che verrà sostenuta da sussidi del governo nipponico per un importo massimo di 320 milioni di dollari.
Lo stabilimento di Hiroshima è stato acquistato da Micron nel 2012 da Elpida Memory.
Per espandere la produzione di memorie in Giappone, il governo di Tokyo sosterrà con 644 milioni di dollari anche la statunitense Western Digital; da tempo Western Digital ha una partnership con il colosso locale delle memorie Kioxia Group (ex Toshiba Memory).
In settimana anche Kioxia ha annunciato un taglio alla produzione di circa il 30% nei suoi stabilimenti di memorie flash di Yokkaichi e Kitakami a causa della forte flessione della domanda.
Infine c’è la vicenda alquanto misteriosa delle dimissioni di Simon Yang dal suo ruolo di CEO di Yangtze Memory Technologies Co. (YMTC) il più importante produttore di memorie della Cina, un’azienda che ha fatto parlare di sé per l’accordo di fornitura con Apple (fortemente criticato e osteggiato dalle autorità americane) e per essere riuscita – sotto la guida di Yang – a fare un impressionante balzo in avanti sia sotto l’aspetto tecnologico che produttivo. Proprio per questo le dimissioni di Yang (ufficialmente per motivi personali) sono apparse da subito molto strane.
Yangtze Memory ha recentemente annunciato una memoria NAND a 232 layer basata sull’architettura proprietaria Xtacking 3.0, in grado di competere con i leader del settore, Micron, Samsung e SK hynix. Simon Yang, che rimarrà in YMTC come vicepresidente, verrà sostituito ad interim da Chen Nanjiang, veterano del settore ed ex vicedirettore generale di China Resources Microelectronics.
Yang, un ingegnere formatosi negli Stati Uniti e che ha trascorso più di un decennio presso Intel e GlobalFoundries, è una figura chiave nello sforzo cinese per l’autosufficienza nel settore dei microchip; entrato nel 2001 in Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC), la più grande fonderia cinese, è diventato direttore operativo dell’azienda nel 2010, prima di dimettersi l’anno successivo. Nel 2013 è stato nominato CEO di Wuhan Xinxin Semiconductor Manufacturing Corp, azienda acquistata da Tsinghua Unigroup nel 2016 e che ha assunto successivamente l’attuale nome di YMTC.