Secondo l’agenzia Reuters è imminente la firma dell’accordo tra Intel e il Governo italiano per un nuovo impianto del valore di 5 miliardi di dollari che dovrebbe sorgere in Piemonte o in Veneto.
Se ne era già parlato alcuni mesi; ora, secondo la Reuters, l’intesa sarebbe in dirittura d’arrivo, col dimissionario Governo Draghi che vorrebbe firmare l’accordo entro agosto, in ogni caso prima delle prossime elezioni del 25 settembre.
Stiamo parlando di un nuovo impianto di packaging avanzato, processo che negli ultimi anni sta diventando sempre più importante a causa dei limiti fisici dell’incisione del silicio, arrivato ormai a livello di 2 nm (questa misura indica le dimensioni del gate dell’elemento base, ovvero del transistor). Non essendo possibile procedere oltre, i dispositivi si stanno sviluppando in altezza utilizzando più strati che debbono essere adeguatamente posizionati e collegati tra loro. È opinione comune che le tecnologie di packaging avanzato manterranno in vita la legge di Moore per i prossimi anni.
Come nel caso delle fonderie, le principali aziende di packaging si trovano nel Sud-Est asiatico, in particolare in Malesia e in Cina. Per questo motivo, nella logica di un accorciamento della catena di approvvigionamento, Intel (e i governi europei e americano) vogliono riportare in Occidente queste lavorazioni.
Secondo le indiscrezioni raccolte dalla Reuters, l’investimento complessivo dovrebbe essere di circa 5 miliardi di dollari, col Governo italiano che sarebbe disponibile a contribuire con agevolazioni e contributi fino al 40% del valore complessivo. Per quanto riguarda la localizzazione del sito, sarebbero rimaste in lizza Piemonte e Veneto, con quest’ultima regione che sarebbe la più probabile.
L’investimento di Intel in Italia fa parte di un piano più ampio annunciato dal produttore di chip statunitense all’inizio di quest’anno che prevede investimenti complessivi in Europa fino a 88 miliardi di dollari.
Tra le iniziative più importanti già intraprese in questo contesto, ricordiamo l’espansione del sito produttivo di Intel in Irlanda (che sarà il primo impianto in Europa a produrre chip a 7 nm) e l’accordo col Governo tedesco per la realizzazione di un mega fab del valore di 17 miliardi di dollari a Magdeburgo.
Negli USA, Intel ha recentemente ampliato il campus storico di Hillsboro, in Oregon, ha dato il via a due nuove fabbriche in Arizona per un investimento complessivo di 20 miliardi di dollari e ha annunciato un nuovo sito produttivo in Ohio, con un impegno di altri 20 miliardi.
Sicuramente la recente approvazione delle leggi a sostegno dell’industria dei semiconduttori varate sia negli USA che in Europa ha avuto un peso determinante nelle decisioni di Intel, compresa quella relativa al nostro paese.
A questo punto, vista la vastità degli impegni presi da Intel, molti osservatori si domandano se la società di Santa Clara sarà in grado di portare a termine con successo queste iniziative, in considerazione anche dei ritardi e dei problemi produttivi evidenziati dall’azienda in questi anni nonché della situazione finanziaria che si va deteriorando con il consistente calo del fatturato nel secondo trimestre 2022 e l’azzeramento degli utili, passati da 5,1 miliardi di un anno fa un “rosso” di quasi mezzo miliardo nel secondo trimestre 2022.
Da parte sua, il Governo italiano ha già stanziato per i nuovi investimenti in questo settore 4,15 miliardi di euro fino al 2030 per attirare i produttori di chip e investire in nuove applicazioni industriali avanzate.
Il Governo italiano sta supportando anche tutte le altre iniziative in questo campo, dall’espansione del sito produttivo di Agrate Brianza di STMicroelectronics, a quello di Novara di MEMC Electronic Materials S.p.A (controllata dalla taiwanese GlobalWafers) dove si produrranno wafer da 12”.
Parte del nuovo impianto R3 di STMicroelectronics verrà affidato alla israeliana Tower Semiconductor, recentemente acquisita da Intel.
Nelle settimane scorse si era anche parlato di un possibile accordo tra l’Italia e TSMC per la costruzione di un nuovo impianto della foundry taiwanese nel nostro paese.